La Bce ha deciso di estendere (inaspettatamente) il suo Quantitative Easing a Snam, Terna, Ferrovie dello Stato ed Enel.
La Banca centrale europea ha ampliato anche a loro il piano di acquisto di obbligazioni (in larga parte titoli del debito pubblico) da 60 miliardi al mese. Un piano avviato durante il marzo scorso e destinato a durare almeno fino al settembre 2016, anche se Mario Draghi non ha escluso si possa andare oltre, qualora non sia stato sensibilmente avvicinato l’obiettivo di un’inflazione vicina al 2% nel medio termine.
Il programma d’acquisto di titoli contempla l’acquisto di debito sovrano, di agenzie transazionali come l’Esm (il fondo salva-Stati), di agenzie di rango statale quale la Cassa depositi e prestiti italiana e – ora – anche di società quali le ferrovie francesi Scnf o le Infraestruturas de Portugal, tra le altre tredici società appena aggiunte nell’elenco dei soggetti interessati dal proggramma. Proprio in questo ultimo lotto rientrano le italiane Snam, Terna ed Enel e anche le Ferrovie.
Gli analisti credono che questa iniziativa sia stata decisa in vista del prossimo referendum greco del 5 luglio. Un modo per supportare le aziende di maggiori dimensioni e con interessenze con il pubblico, in una prevedibile fase di volatilità dei mercati. Alberto Gallo, capo economista a Rbs, citato da Bloomberg nota come la Bce sia così “più pronta ad intervenire sull’economia reale” e che fino ad ora “gli acquisti sono diretti verso aziende statali, ma si potrebbero estendere a compagnie dal rating di altissimo livello”.
La reazione alla notizia è stata istantanea, sul fronte obbligazionario: secondo i dati dell’agenzia Usa il bond al maggio 2024 5,25% dell’Enel è schizzato di 2,5 centesimi, registrando la maggior impennata di oltre cinque anni. Anche per il bond Snam da 1 miliardo di euro in scadenza al settembre 2022 si è registrata la maggior crescita dal collocamento, nel settembre 2012, mentre quello Terna da 800 milioni ha fatto il balzo più importante dall’agosto 2011.