Ora preoccupano i prezzi del gas per il 2024: le ultime stime

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Indicazioni contrastanti sui prezzi del gas in questo periodo. I valori europei del gas naturale sono rimbalzati poiché i commercianti hanno valutato il rischio di una ripresa della domanda in alcuni settori dopo un recente crollo. Insomma, è possibile andare incontro ad alcuni aumenti a stretto giro, anche se la situazione appare tutto sommato ancora sotto controllo.

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Gli ultimi aggiornamenti sui prezzi del gas: tra 2023 e 2024

I futures di riferimento sono aumentati fino all’11% venerdì della scorsa settimana, cancellando un calo precedente. Mentre i livelli di stoccaggio in Europa sono molto al di sopra delle norme stagionali e le importazioni di gas naturale liquefatto continuano, l’attuale ondata di freddo sta aumentando i consumi. I commercianti stanno inoltre osservando attentamente la concorrenza con l’Asia per il carburante poiché il mercato globale rimane teso.

Ad oggi, l’Europa è sulla buona strada per concludere l’inverno 2022/23 con una quantità record di gas in stoccaggio, esercitando una pressione al ribasso sui prezzi dei future per le consegne di questa primavera ed estate. Ma anche con un riporto di scorte record, la regione probabilmente sperimenterà prezzi più alti e una rinnovata pressione per risparmiare gas nell’inverno 2023/24.

Lo stoccaggio in Europa è progettato per appianare le variazioni stagionali dei consumi, non per fornire una scorta strategica per proteggersi da un embargo che interrompe le forniture. Il consumo combinato di gas nell’Unione Europea e nel Regno Unito è stato di circa 5.203 terawattora (TWh) nel 2019, l’ultimo anno intero prima della pandemia, secondo Eurostat.

Hanno una capacità sufficiente per immagazzinare 1.129 TWh, pari a circa il 21% del consumo annuo, secondo Gas Infrastructure Europe. In pratica, l’esaurimento dello stoccaggio fornisce una quota molto minore del consumo effettivo ogni anno, in genere intorno al 10%.

Lo stoccaggio stagionale è progettato per assorbire la produzione in eccesso durante l’estate, scaricando durante l’inverno per far fronte ai picchi di consumo. L’utilizzo delle scorte per spostare l’offerta dall’estate all’inverno in questo modo è più conveniente rispetto al mantenimento di molta capacità di produzione extra che verrebbe utilizzata solo pochi mesi all’anno.

Le scorte sono abbastanza grandi da far fronte all’imprevedibilità della domanda di riscaldamento invernale e garantire che l’offerta non si esaurisca nel caso in cui l’inverno sia molto più freddo della media. Per farvela breve, inventari più alti forniscono una maggiore sicurezza energetica rispetto a quelli più bassi, ma i politici dovrebbero evitare di insinuare che gli inventari da soli siano sufficienti per prevenire carenze o picchi di prezzo il prossimo inverno.

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