Trattativa Fiat-Chrysler: la palla passa ai sindacati

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 Fiat potrebbe essere costretta a versare più dei 139,7 milioni di dollari offerti al fine di esercitare la call option e acquistare una quota del 3,3% di Chrysler di proprietà del Veba, il fondo del United Auto Workers (Uaw), il sindacato dei metalmeccanici americano.

Il giudice della corte del Delaware, Donald Parsons, pare infatti intentzionato alla valutazione del Uaw, in base al quale la quota vale almeno 342 milioni di dollari.

La decisione della corte sul prezzo della call option, che dovrebbe arrivare entro giugno, potrebbe influenzare il prezzo d’acquisto complessivo dell’intera quota del 41,5% di Chrysler che fa capo al Veba e che Fiat è intenzionata a comprare.

Le voci di corridoio relative ad un’accelerazione del piano di fusione Fiat-Chrysler si sono moltiplicate nelle ultime settimane, facendo volare il titolo del Lingotto, salito oggi in Borsa del 3,8%. Durante l’udienza di oggi in tribunale, il giudice Parsons ha dichiarato di essere “intenzionato” nella direzione del Veba.

In base le stime di JPMorgan, notiamo che la quota di Chrysler oggi in mano al Veba ha un valore che oscilla fra i 3 e i 4 miliardi di dollari. Una cifra alla quale Fiat può fronteggiare utilizzando i suoi asset, come Ferrari e Maserati, al fine di assicurarsi un finanziamento dalle banche per 2,9 miliardi di dollari.

Fiat, stando alle indiscrezioni, sarebbe in trattative avanzante con un gruppo di banche al fine di ottenere un finanziamento per l’acquisto del 100% di Chrysler.

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