Banche, il decreto per dimezzare i crediti deteriorati

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Il decreto sulle banche del governo potrebbe essere in grado di dimezzare la quantità di crediti deteriorati in Italia.

Si tratta di uno stock da 330 miliardi che frena l’erogazione di nuovi prestiti e la ripresa dell’economia nel paese. La recente norma, che accelera i processi del contenzioso bancario e riduce da cinque a uno gli anni per dedurre le perdite su crediti, “avrà effetti positivi sui bilanci bancari”, ha detto il governatore della Banca d’Italia Ignazio Visco, nell’intervento all’assemblea annuale dell’Abi. La vigilanza stima che l’intervento sulle esecuzioni immobiliari produrrà una riduzione della loro durata “da quattro a tre anni”, e che “aumenterà il prezzo di mercato degli attivi deteriorati”: quelli assistiti da garanzie immobiliari potrebbero apprezzarsi del 10%. “Inoltre dovrebbe ridursi, fino a dimezzarsi nel più lungo termine, lo stock dei crediti deteriorati”, ha aggiunto Visco.

“Questa Europa non ci piace, non è quella che abbiamo sognato e vogliamo”. Ha detto il presidente dell’Abi Antonio Patuelli, nella relazione all’assemblea  dell’associazione. Secondo il rappresentante dei banchieri, l’Europa odierna “è come un’aquila bicipite in cui una testa (quella monetarista) spinge per lo sviluppo, mentre l’altra crea troppe regole, sempre più stringenti per il capitale delle banche, anche con annunci continui di sempre altre misure che riducono la disponibilità di credito all’economia”. Martedì in un’intervista ha espresso un concetto simile Fabrizio Viola, ad di Mps. La soluzione per il presidente dell’Abi è “completare urgentemente il disegno di rilancio europeo con l’approvazione di testi unici europei con identiche norme bancarie, finanziarie, di diritto penale dell’economia, di diritto fallimentare e con una maggiore omogeneità fiscale, senza le quali le contraddizioni sono evidenti”.

Guardando alle dinamiche numeriche, il rappresentante dei banchieri italiani ha ribadito il miglioramento della situazione su credito e sofferenze. “Da qualche mese percepiamo in Italia un’aria nuova e più costruttiva, dovuta alla convergenza delle iniziative delle istituzioni per la ripresa, degli sforzi delle categorie economiche”, oltre che dal contesto esterno “largamente favorevole”.

 

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