BrewDog avvia operazione di crowdfunding

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I punk invadono la Borsa. Dai pub scozzesi ai mercati il passo è breve. Il birrificio BrewDog, che ha da poco inaugurato due bar italiani a Firenze e Bologna, si è reso protagonista di una decisione coraggiosa. Il marchio della birra amata dai punk ha scelto la strada del crowdfunding mediante la vendita di singole azioni (la quota minima sono due titoli per 95 sterline).


L’obiettivo del progetto “Equity for Punks” è ambizioso: raccogliere 35,2 milioni di euro in tutta Europa con la speranza di replicare il successo dell’operazione lanciata in Gran Bretagna dove in due mesi nelle casse del birrificio scozzese sono arrivati 10 milioni di euro. Chiunque voglia investire nel birrificio può consultare il prospetto approvato dalla Financial Conduct Authority inglese sotto le Prospectus Rules stabilite dal Financial Services and Markets Act 2000.

Di certo, dal progetto di due ragazzi che hanno iniziato in un capannone in Scozia nel 2007, BrewDog è diventato uno dei marchi di alcolici a crescita più veloce in Inghilterra, inaugurando ben 27 bar in tutto il mondo a partire dal 2010, esportando in 55 paesi e assumendo più di 365 impiegati.

Anche i numeri sono da capogiro per un birrificio artigianale: lo scorso anno i guadagni ammontavano a 32 milioni di sterline, l’obiettivo per il 2015 è salire a 50 milioni. D’altra parte per i giornali inglesi ci sono pochi dubbi: BrewDog è il marchio alimentare del Regno Unito cresciuto più rapidamente.

Una progressione confermata anche dai numeri. Nel 2007, anno del debutto, i guadagni hanno superato quota 100mila sterline, nel 2008 sono arrivati i primi utili che sono continuati a crescere fino ai 4 milioni dello scorso anno. Adesso con la raccolta di fondi a pioggia su tutto il Vecchio continente i due soci James Watt e Martin Dickie – che nel frattempo hanno dato da lavorare ad altre 275 persone – puntano a crescere ancora sbarcando negli Stati Uniti e allargando la gamma di birre prodotte. Non male per due punk.

 

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