Bankitalia: prospettive nere per le imprese italiane

 I dati del sondaggio congiunturale condotto dalla Banca d’Italia sulle imprese industriali e dei servizi  in questi ultimi mesi ha rilevato una situazione molto pesante per il mondo delle imprese italiane: il 2012 vedrà una impresa su tre chiudere l’anno con i conti in rosso e con notevoli tagli della forza lavoro.

Oltre a questo, il sondaggio ha evidenziato anche una forte contrazione della domanda di credito, data la riduzione del saldo (confrontando i dati con quelli della scorsa primavera), tra le aziende che hanno richiesto un prestito e quelle che, invece, non lo hanno fatto.

Nello specifico il 30,2% delle imprese hanno già annunciato una chiusura in rosso per la fine del 2012, una percentuale nettamente maggiore delle stime dello stesso periodo dello scorso anno, quando le aziende in questa situazione erano il 23,6% del totale. Le aziende che hanno riscontrato maggiori difficoltà negli utili sono quelle del terziario e dei servizi, con un picco per i settori della ristorazione e alberghiero.

Stessa situazione anche per i dati che riguardano l’occupazione: anche in questo caso un terzo delle aziende italiane ha fatto registrare un calo, aziende che si concentrano nella classe dimensionale tra i 20 e 49 addetti.

Questi dati mettono in evidenza una perdita di competitività delle aziende italiane rispetto a quelle straniere e, secondo le voci che arrivano dagli imprenditori stessi, le motivazioni principali di questa situazione risiedono nel costo del lavoro e nella pressione fiscale.

 

Sciopero di 48 ore in Grecia: paese totalmente bloccato

 E’ iniziato questa mattina alla Commissione Finanze del Parlamento ellenico il viaggio del pacchetto austerity richiesto da Ue, Bce e Fmi, che prevede tagli di bilancio per 13,5 miliardi da effettuarsi nel biennio 2013-2014. E’ questo quello che chiedono gli istituti europei e internazionali per concedere alla Grecia una nuova tranche di aiuti, che dovrebbe ammontare a circa 31,5 miliardi di euro.

I sindacati non ci stanno e non hanno intenzione di far passare il disegno di legge e hanno indetto un lungo sciopero (si tratta della quarta volta che in Grecia i sindacati ricorrono a questa forma di protesta) di 48 ore chiedendo a tutte le categorie di lavoratori di incrociare le braccia.

Il paese rischia di paralizzarsi. Sono molte, infatti, le categorie che parteciperanno alla protesta: scuola, sanità, trasporti, banche, ministeri, amministrazioni locali, farmacie, avvocati, magistrati, giornalisti e i controllori di volo degli aeroporti.

Il pacchetto rischia di far saltare anche l’attuale governo di coalizione greco: il Comitato Centrale di Sinistra Democratica (Di.Mar), nonostante le richieste del Comitato Centrale di votare a favore del pacchetto, nel tentativo di risanare la difficile condizione greca, hanno deciso che, nonostante si troveranno in aula non prenderanno parte alla votazione. Allo stesso tempo, però, hanno anche detto che voteranno a favore del bilancio dello stato, che sarà discusso nella giornata dell’11 novembre.

Sindacati minacciano ricorsi per le decisioni della Fiat a Pomigliano

 Ha parlato prima Susanna Camusso, ospite da Fabio Fazio, della decisione presa dal Lingotto di licenziare 19 operai della Fiat di Pomigliano per far rientrare i lavoratori iscritti alla Fiom precedentemente tagliati.

Dopo di lei sono Fim, Uilm, Fismic, Ugl e Associazione Quadri a chiedere che l’apertura di un tavolo di discussione per rivedere la direzione della strada che la Fiat di Pomigliano ha intrapreso per rispettare la sentenza della corte di roma.

“In apertura dell’incontro, abbiamo formulato la nostra contrarietà sulla decisione dell’azienda di mettere in mobilità 19 operai a Pomigliano, per rispettare la sentenza del tribunale di Roma. Per noi è una decisione profondamente sbagliata, anche alla luce degli accordi che abbiamo preso nel luglio 2011 con l’azienda, che prevedono la riassunzione di tutti gli operai entro luglio 2013” ha sottolineato Ferdinando Uliano, responsabile auto della Fim, a Torino.

Dello stesso avviso anche Raffaele Bonanni, segretario generale della Cisl, che ha minacciato di fare ricorso se la Fiat non ritirerà i licenziamenti messi in atto. Secondo il segretario, infatti:

 Le sentenze si rispettano e non si discutono. O l’azienda ci rassicura o faremo ricorso anche noi.

Puntando il dito soprattutto sulle istituzioni che dovrebbero fare un’opera di mediazione più produttiva e proficua per i lavoratori e per le aziende.

 

Polemiche ancora accese tra Marina Berlusconi e De Benedetti

 Domenica sera alla trasmissione Che Tempo Che Fa, l’ingegner Carlo de Benedetti ha ribadito le sue posizioni per quanto riguarda il caso del Lodo Mondadori, accusando di nuovo e apertamente Silvio Berlusconi di corruzione.

De Benedetti ha definito la vicenda che lo ha visto coinvolto in prima linea insieme a Silvio Berlusconi per il possesso della Arnoldo Mondadori Editore come «la corruzione del millennio» e attribuisce il successo giudiziario del Cavaliere solo ad una difesa basata sulla corruzione dei giudizi preposti ad decidere sulla vicenda.

A parlare, dopo questa ennesima e dura accusa di De Benedetti, è la Marina Berlusconi, figlia del Cavaliere e attuale presidente di Fininvest, la quale ribadisce che non si sono mai verificati episodi di corruzione nei confronti di nessun giudice, come già visto nei precedenti dibattimenti (risalenti al 2001) in cui Silvio Berlusconi fu prosciolto, con formula piena, da ogni accusa a suo carico.

Ma marina Berlusconi si spinge oltre e chiede, in sostanza, all’ingegnere di accontentarsi di quello che ha già ottenuto (due sentenze grazie alle quali De Benedetti ha ottenuto 564 milioni di euro) e di sperare che la giustizia continui ad essere miope come in precedenza. Anche se, la presidente del Gruppo Fininvest, è fiduciosa nella sentenza della Corte di Cassazione, che dovrebbe arrivare nei prossimi giorni, che metterà fine alla vicenda.

Attendiamo ora – ha detto Marina Berlusconi – con estrema fiducia che la Cassazione ci renda finalmente giustizia, perché non vi fu alcun danno e neppure un euro da parte nostra è dovuto.

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Governo ripristina fondi a favore dei malati di Sla

 Il Governo pensa all’eliminazione delle franchigie sulle detrazioni e sulle deduzioni fiscali per mutui, istruzione e spese sanitarie. Le novità non finiscono qui: probabilmente tetto massimo e soglia minima resteranno soltanto come voci a minor impatto sociale, al pari quelle veterinarie.

Ad affermarlo è il Ministro dell’Economia Vittorio Grilli, fiducioso:

«Volevo rassicurare, non c’è né una dimenticanza né un’assenza di risorse».

Inoltre verranno ripristinati i fondi a favore dei malati di Sla, Sclerosi laterale amiotrofica. La cifra messa a disposizione si aggira intorno ai 900 milioni di euro.

Il Governo ha inoltre confermato di voler rinunciare alla riduzione delle aliquote Irpef e che il blocco dell’Iva non salirà all’11%. Ad oggi, dunque, la legge di Stabilità procede mutando le sue forme ancora prima di essere messa ai voti della commissione Bilancio della Camera.

Bilancio che per ora è arrivato in maniera parziale durante la giornata di ieri, in merito alle entrate tributarie: Sino ad oggi, nei primi nove mesi dell’anno queste ammontano a 292.526 milioni di euro. Si registra pertanto un aumento del 3,8% rispetto allo stesso periodo del 2011.

Procede anche la lotta all’evasione fiscale. L’incasso di questo segmento sale del 6,5%. Male, invece, l’incasso dei giochi, che scende di 8,3 punti.

 

 

La Borsa trema e attende esito delle presidenziali Usa

 Sono giorni cruciali per l’economia. È sempre così quando un presidente degli Stati Uniti sta per essere eletto, poiché dal Paese a stelle e strisce dipendono in parte le sorti e le trame economiche di molte zone del mondo. Ivi compresa l’Europa. Il vecchio continente è alla finestra, in attesa di conoscere l’esito delle Elezioni Presidenziali Usa. Chi la spunterà tra Obama e Romney? Rimangono poco meno di 24 ore prima di saperlo.

Nel frattempo i mercati europei sono in bilico. Le principali piazze di affari sono concentrate sulla sfida tra i due candidati e il “nervosismo” delle azioni si fa sentire. In Grecia la tensione è a mille. Il pacchetto dei tagli al bilancio che Samaras ha inviato sotto forma di proposta all’UE è prossimo all’approvazione.

In mattinata, molte delle borse che hanno aperto in deficit la giornata stanno continuando a perdere. Il trend negativo ha colpito Londra, che a metà mattina sta cedendo lo 0,65%, Parigi, meno 0,8%, e Milano (che ha ceduto lo 0,7%, complice la situazione bancaria). Le perdite più gravi, però, si attestano a Madrid, dove la Borsa spagnola ha ceduto l’1,44%.

In Italia la situazione del giorno è la seguente:

Unicredit: -0,9%;

Intesa Sanpaolo: – 1,26%;

Mediobanca: – 1,28%;

Generali: – 1,18%.

Australia: il grande bleff di Standard & Poors

 Standard and Poor’s sotto accusa. In Australia un gruppo composto da tredici consigli municipali si è unito in una class action storica e vincente per recuperare milioni di dollari persi nell’acquisto di prodotti finanziari rivelatisi tossici.

Nello specifico si trattava di titoli a forte rendimento, promossi soprattutto durante gli anni da agenzie di investimenti altolocate. Titoli che, nel corso della crisi finanziaria australiana di 4 anni fa, si sono dimostrati disastrosi.

L’agenzia di rating, una delle più importanti al mondo, finisce sotto accusa insieme alla famosa banca olandese ABN Amro, specializzata in investimenti. Le due entità finanziarie di valore globale sono state condannate dall Corte Federale di Sidney a sborsare il risarcimento milionario. Il giudice Jayne Jagot ha stabilito che i consigli municipali hanno diritto ad essere risarciti da Lgfs, Standard and Poor’s e ABN Amro, rei di aver commesso un illecito in termini di negligenza e di condotta ingannevole.

I comuni che hanno vinto la class action hanno così recuperato tredici milioni di euro persi nell’acquisto complessivo di titoli Cpdo da reinvestire. Tali titoli erano pubblicizzati dall’Agenzia Rembrandt notes ed erano stati creati dalla banca olandese ABN Amro. In precedenza i Cpdo avevano ottenuto da Standard and Poor’s il rating AAA.

Per i comuni il danno economico è stato enorme: avevano perso il 93% del capitale investito verso la fine del 2006 nei titoli, acquistati mediante la società di servizi finanziari Local Government Financial Services (Lgfs).

Miracolo – Benzina: torna sotto l’1,80

  Gli italiani tirano un piccolissimo sospiro di sollievo. Oggi la benzina è scesa sotto la soglia di 1,8 euro al litro. Non accadeva da febbraio scorso.
L’attuale scia di ribassi ha fatto si che il prezzo medio della benzina verde scendesse a 1,794 euro al litro nei distributori TotalErg.
In base alle rivelazioni di Staffetta Quotidiana possiamo affermare che il brand con il prezzo più basso al momento è questo. Ma sotto la quota di 1,8 euro troviamo anche Q8, stabile a 1,799 euro.
Avranno fatto effetto le ultime decisioni prese dall’Eni?
Questa è un ottima notizia per gli automobilisti italiani ai quali va il consiglio di approfittare di questo primo e importante calo dei prezzi al litro, onde risparmiare in un periodo in cui il rincaro generale del costo della vita non esista a fermarsi.
I ribassi nel dettaglio: Occorre sottolineare che nel mentre le quotazioni internazionali in euro hanno effettuato una sorta di piccolo rimbalzo, quelle nazionali hanno iniziato a muoversi sui prezzi raccomandati. Parliamo, di preciso dei seguenti marchi:
IP (- 2,5 cent euro/litro sulla benzina e – 2 sul diesel);
Shell (- 2 per entrambi i prodotti);
TotalErg e Q8 (- 2 sulla “verde” e – 1,5 sul diesel);
Tamoil (- 1 per entrambi i prodotti);
Esso (- 1 e – 0,5 rispettivamente).

Camusso: “Fiat peggior ambasciatore dell’Italia nel mondo”


Susanna Camusso continua a non digerire le scelte della Fiat, in particolar modo le decisioni inerenti al licenziamento di 19 operai dello stabilimento di Pomigliano D’Arco. Dopo aver scritto una lettera aperta al direttore del Corriere della Sera, il Segretario CGIL aggiunge nuove opinione durante l’ospitata a Che tempo che fa, trasmissione condotta da Fabio Fazio. Opinioni che suonano dure:

“Fiat oggi il peggiore ambasciatore che l’Italia può avere nel mondo”.

Alla Camusso la scelta del Lingotto di licenziare diciannove operai di Pomigliano per assumere diciannove operai scritti alla Fiom sottostando alle richieste della Corte d’Appello di Roma proprio non va giù.

 “Non esistono precedenti di una scelta di questo tipo, che parla della Fiat più di tanti ragionamenti, dando un’idea di comando, di divisione, di rapporto sempre autoritario: un’idea O mi obbedisci o non esisti.”

La Camusso considera la scelta dei licenziamenti di Pomigliano emblematica dell’identità della Fiat:

“Parla del Lingotto più di tanti ragionamenti. C’è un’idea di comando, di divisione, di rapporto autoritario, di assoluto disinteresse per le qualità professionali, per il tipo di lavoro che si fa”.