Cina, svolta dei lavoratori per reclamare i diritti

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 È ormai il terzo giorno di seguito di sciopero per i lavoratori cinesi della Yue Yuen società nel settore che produce le scarpe per la Nike, l’Adidas, Puma e Asics. Lo sciopero indetto dagli operai ha il fine di chiedere un aumento dello stipendio del 30% e chiedere migliori benefit e nel frattempo hanno bloccato l’intera produzione. Con il passare del tempo, aumenta il numero degli scioperanti, anche se un portavoce della società cinese non ha voluto comunicarne il numero esatto e allo stesso modo ha preferito non dare dettagli sugli effetti disastrosi che lo stop degli operai potrebbe avere sulla produzione soprattutto sia per Nike che per Adidas: intanto, stando ad alcune stime gli operai in sciopero sarebbero trentamila.

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Lo sciopero alla Yue Yuen è ormai l’ultimo di una lunga serie che sta interessando la Cina dall’inizio del 2014 con i lavoratori che chiedono aumenti. E intanto che la polizia presidia gli spazi antistanti la fabbrica; Adidas e Nike cominciano a far vedere segni di insofferenza. Negli impianti della società lavorano nel totale 40 mila addetti. La società è in parte di proprietà taiwanese e minaccia licenziamenti se gli scioperi dovessero avere un seguito. Secondo quanto si sa l’azienda si sarebbe impegnata a effettuare le misure di welfare entro il 2015, ma i lavoratori non sono stati contenti dell’offerta e hanno avviato gli scioperi.

Le azioni di Nike e Asics non stanno avendo nessuna conseguenza in Borsa, mentre sono scattate le vendite sui titoli Puma e Adidas, sebbene il buon risultato del listino tedesco di Francoforte.

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