Come dare le dimissioni da un lavoro a progetto

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I contratti a progetto sono stipulati oggi con un’enorme frequenza. Si tratta di contratti che non garantiscono un granché al lavoratore che presta servizio lavorativo nei pressi dell’azienda o dell’ufficio a tempo determinato, sempre per la solita retribuzione. Così, sono molti coloro che decidono di recidere il contratto, e dunque di licenziarsi.

Ma come si fa a recidere un accordo se si lavora con un contratto a progetto? Ecco, alcuni utilissimi consigli per la rescissione:

Per un motivo o per un altro si può arrivare ad avere l’esigenza di dover inviare al proprio datore di lavoro la lettera di dimissioni, a maggior ragione se l’impiego è tramite la forma del contratto a progetto e all’orizzonte si prospetta un’offerta di lavoro che risulta più allettante e conveniente. Un’offerta che, magari, offre qualche possibilità in più e uno stipendio più congruo.

Come bisogna dunque comportarsi con la propria azienda? Cosa bisogna scrivere nella lettera di dimissioni? Occorre dare o no i giorni di preavviso? E quanti? La lettera si deve consegnare a mano o si deve mandare tramite posta con raccomandata con ricevuta di ritorno? Sono molti i quesiti ai quali bisogna dare risposta. Cerchiamo, pertanto, di andare con estremo ordine.

Lettera di dimissioni

Malgrado il contratto a progetto non sia la più positiva tra le collaborazioni lavorative presenti nel mondo del lavoro, molti giovani si trovano oggi a prestare servizio come free-lance o “lavoratori autonomi” e dunque non dipendenti. Viene stipulato un contratto di pochi mesi, che lascia però al lavoratore, la “libertà” di collaborare con altre ditte. Nonostante si tratti di collaborazione autonoma, per interrompere il rapporto lavorativo, serve comunque una lettera di dimissioni.

Se si ha, dunque, l’intenzione di licenziarsi, occorre innanzitutto leggete con attenzione il contratto, comprese le minime clausole, al fine di vedere bene le condizioni da rispettare in caso di licenziamento e quanti giorni (se eventualmente sono richiesti) si devono dare di preavviso. Trattandosi di un contratto a progetto, non dovrebbe essere previsto alcun giorno e, teoricamente, si potrebbe abbandonare il posto di lavoro all’indomani del giorno in cui si prende tale decisione.

Preavviso

Per ragioni di buon senso, organizzazione da parte della ditta/azienda, e per evitare di dare luogo a dei cattivissimi rapporti, l’ideale sarebbe parlare con il datore di lavoro e (se possibile) accordarsi direttamente con lui su quanti giorni di preavviso ci vogliono e di quanti giorni necessita prima che si abbandoni il proprio posto di lavoro Se si riesce a rimanere in buoni rapporti con il datore di lavoro, concordando direttamente con lui i tempi per le dimissioni è meglio. In tal caso ci si può basare sulle sue richieste e consegnarli, (qualora sia prevista la ricezione a mano), la lettera di dimissioni. Se non vi è possibilità di arrivare a un accordo, ci si può rivolgere a un sindacato e chiedere un consiglio.

Sindacati

In questo caso si può mostrare il contratto in questione. Analizzandolo, il sindacato saprà consigliare il lavoratore su quale comportamento dovrà tenere. In linea di massima, per dare le dimissioni, si dovrà presentare una lettera con oggetto (“dimissioni volontarie”), mittente e destinatario (nome proprio e nome e indirizzo del datore di lavoro ossia persona fisica o persona giuridica in caso di ditta, azienda ecc), lettera formale dove indichiamo la volontà di recidere il contratto di lavoro per motivi personali indicando, se richiesto nel contratto, i giorni che si danno di preavviso.  Naturalmente farà fede il timbro postale con la data della spedizione nel caso in cui ci fossero problemi, e la ricevuta di ritorno sarà prova dell’avvenuto avviso. Qualora si consegnino a mano, è bene farsi controfirmare la fotocopia delle dimissioni.

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