Divorzio agenzie rating ed Epap, ecco perché

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Il movimento è doppio: da un lato c’è la responsabilizzazione degli enti pensionistici aziendali e professionali, dall’altro c’è un ridimensionamento della agenzie di rating. La finalità della regolamentazione di questi movimenti è evitare una nuova crisi come quella da cui a fatica si sta uscendo. 

Un decreto legislativo del Consiglio dei ministri ha come obiettivo la regolamentazione degli enti pensionistici che si occupano della previdenza complementare e il ridimensionamento delle agenzie di rating. Non è un’iniziativa del governo ma la trasposizione di una direttiva europea del 2013, la 2013/14/UE.

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L’obiettivo della direttiva e del decreto è quello di evitare che gli enti pensionistici privatizzati ricorrano meccanicamente ai rating del credito emessi dalle agenzie private, perché è in questo automatismo che possono essere rintracciate una parte delle radici della crisi finanziaria che ha interessato anche il Vecchio Continente.

Gli Epap, negli anni, senza valutare in autonomia il merito creditizio degli enti che emettevano strumenti di debito, si sono affidati al rating espresso dalle agenzie. La fiducia mal riposta nel rating mina il destino della previdenza complementare. Per questo prima il legislatore europeo e poi quello italiano hanno deciso di modificare le regole. I fondi pensione dovranno usare nuove procedure e modalità organizzative per valutare il merito di credito delle entità o degli strumenti finanziari in cui investono e dovranno verificare che i criteri scelti per la valutazione, definiti dalle proprie politiche di investimento, non facciano esclusivo o meccanico affidamento ai rating del credito emessi dalle agenzie di rating del credito.

Nella pratica gli Epapa, quando stipuleranno delle convenzioni di gestione, dovranno indicare i criteri di valutazione del rischio di credito che giustificano il contratto e il documento stilato passerà al vaglio del Covip.

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