Eni rimane in Iraq

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 La notizia che è Eni rimarrà in Iraq dopo la minaccia di lasciare il Paese. Cosa è cambiato? Il governo iracheno ha approvato due contratti, del valore complessivo di quasi 1 miliardo di dollari, per il sito petrolifero Zubair di Eni.

Lo ha riferito un funzionario iracheno, successivamente alle dichiarazioni rilasciate dall’AD del gruppo Paolo Scaroni. Quest’ultimo aveva affermato in mattinata che Eni sarebbe stata prontissima a lasciare l’Iraq nel caso in cui determinati contratti non fossero stati firmati entro poche settimane, spiegando che l’eccessiva burocrazia del paese rischia di spaventare gli investitori. Un campanello d’allarme, dunque, che ha sollecitato l’intervento dei vertici governativi del Paese.

Nel giro di poche ore la ‘minaccia’ di Scaroni in rappresentanza del suo gruppo ha in qualche modo funzionato. Il risultato? I contratti sono stati firmati.

La notizia proveniente dall’Iraq è stata confermata successivamente da un portavoce dell’Eni che ha dichiarato alle agenzie di stampa: “E’ vero. Sono stati approvati i due contratti”. Il portavoce ha poi aggiunto:

Rispettiamo Eni e ne prendiamo le opinioni seriamente. Vogliamo che rimangano in Iraq. Stiamo facendo del nostro meglio per approvare contratti dai costi elevati il più velocemente possibile. Se ci sono dei ritardi si avranno ripercussioni su produttività e profittabilità.

I due contratti riguardanti Eni sono stati approvati nel giro di pochi minuti, ha aggiunto il funzionario, mentre per un terzo contratto c’è bisogno ancora di un breve confronto con Eni.

Eni, pertanto, rimarrà in Iraq e si sta impegnando a svolgere al meglio il proprio lavoro senza subire più ritardi.

 

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