Equo compenso, la decisione sull’aumento rimandata al 23 aprile

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 Per quanto l’aumento della tassa sulla copia privata sembra ormai essere divenuta una realtà, il Governo non è ancora arrivato ad una decisione ufficiale: la discussione alla Camera dello scorso venerdì non ha portato ai risultati sperati, motivo per cui il tutto è stato rimandato al prossimo incontro che si terrà il 23 aprile alla presenza del Ministro Franceschini.

A richiedere l’aumento della tassa le società di autori ed editori che chiedono che le tariffe attualmente in vigore, decise con il decreto ministeriale del 30 dicembre 2009, vengano adeguate all’aumento del numero delle copie private che si è registrato in questi ultimi anni.

A breve, quindi, potrebbero arrivare dei cospicui aumenti sul prezzo di telefonini, smartphone, tablet e altri device.

Cos’è l’equo compenso?

L’equo compenso sul diritto d’autore, o tassa sulla copia privata, è, appunto, una tassa che viene applicata sulla vendita di tutti quegli apparecchi (smartphone, tablet, cd, dvd, Mp3 etc) che danno la possibilità all’utilizzatore di effettuare delle copie di opere protette dal diritto d’autore.

Si tratta in pratica di una sorta di indennizzo che viene pagato dai produttori di questi apparecchi per le copie delle varie opere che non vengono pagate a chi ne possiede i diritti di autore. La tassa sarebbe a carico dei produttori, ma, come spesso accade, questa viene poi girata sui consumatori che vedono lievitare il prezzo di questi apparecchi.

Di quanto potrebbe aumentare il prezzo di smartphone e tablet?

I rincari previsti, anche se ancora è tutto da decidere, sono piuttosto cospicui: si va da 1 a 5 euro per gli smartphone, i tablet e le smart TV (gli apparecchi televisivi di ultima generazione che si possono collegare ad Internet), fino a sei euro per i pc dotati di masterizzatore e di circa 50 centesimi di euro per dvd e blu ray.

 

 

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