Guida alla Tasi: la quota per gli utilizzatori degli immobili

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 Tra le novità della Tassa sui Servizi Indivisibili vi è il dovere, da parte degli utilizzatori degli immobili, di dover versare una quota che va dal 10% al 30%. Il valore per calcolare il nuovo tributo è uguale a quello dell’Imposta municipale unica: parliamo dunque della rendita catastale riconsiderata e moltiplicata per i coefficienti preposti. Per le abitazioni sono 160.

L’aliquota di base si attesta all’1 per mille e i comuni hanno la facoltà di azzerare il tributo. L’aliquota massima, per quest’anno, è fissata al momento al 2,5 per mille. Tuttavia, potrebbe essere aumentata di 0,8 punti percentuali. Tale proposta è ancora in fase embrionale, soggetta al momento a numerose discussioni e foriera di non poche tensioni presso la maggioranza di Governo. Un nodo difficile da sbrogliare.

> Guida alla Tasi: i problemi applicativi del nuovo tributo

A complicare ulteriormente la situazione è il vincolo del 10,6 per mille. Tasi e Imu non possono superare questo tetto, pari all’aliquota massima di legge disciplinato per l’Imposta municipale unica. In altri termini, se il Comune ha fissato l’aliquota della Tasi al 2,5 per mille, l’Imu non può oltrepassare il tetto ell’8,1 per mille.

Agevolazioni

Il nuovo tributo prevede una serie di agevolazioni. Anche queste, tuttavia, sono variabili in base al regolamento di ogni Comune. Ogni reggente potrà decidere se inoltrare delle decurtazioni oppure non inoltrarle, in relazione alle abitazioni principali. Ogni reggente, inoltre, avrà la facoltà di stabilire le scadenze dei pagamenti.

Le sfaccettature della nuova Tassa sui Servizi Indivisibili sono dunque molteplici. Quello nascente è un tributo pressoché camaleontico e bisognerà far attenzione ai suoi criteri di applicazione.

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