Il 730 precompilato pieno di errori? Parlano le statistiche

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ItaliaOggi, dopo pochi giorni da quando è disponibile il 730 online, ha spiegato che i modelli precompilati messi a disposizione dall’Erario sono pieni di errori. Otto modelli su dieci riportano degli errori di calcolo. Questo vuol dire che il contribuente è chiamato all’intervento e chissà che i rimborsi non slittino. Avevamo fatto notare come i rimborsi legati al 730 precompilato saranno più tardivi per chi decide di effettuare modifiche al modello di dichiarazione messo a disposizione dall’Erario. I contribuenti, però, stando a quanto riportato da uno dei maggiori quotidiani economici italiani, saranno di certo in difficoltà.

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Il contribuente sarà costretto dunque a ricorrere ad un CAF oppure ad un professionista abilitato anche se non ha spese sanitarie o spese detraibili da aggiungere. L’accusa di ItaliaOggi non ha lasciato a bocca chiusa l’Agenzia delle Entrate che ha diramato una nota per prendere le distanze da queste considerazioni e dare maggiori informazioni ai contribuenti:

“I dati riportati in un articolo di Italia Oggi dal titolo “Precompilato zeppo di errori” sono totalmente erronei e fuorvianti e non sono assolutamente riferibili all’Agenzia delle Entrate. L’Agenzia per predisporre i modelli 730 precompilati ha effettuato un’attenta analisi delle informazioni pervenute dagli enti esterni, banche ed assicurazioni, filtrandole secondo criteri stringenti, basati anche sul confronto con quanto contenuto nelle dichiarazioni dell’anno precedente e sull’eventuale recupero delle detrazioni effettuato a seguito del controllo formale. Inoltre i dati trasmessi all’anagrafe tributaria nel 2015 hanno un maggior livello di precisione rispetto al passato, poiché il Decreto semplificazioni (Dlgs n.175/2014), che ha introdotto il 730 precompilato, ha previsto sanzioni specifiche a carico degli enti esterni per ogni comunicazione errata. Infine i provvedimenti dell’Agenzia del 16 dicembre scorso hanno rivisto i flussi telematici con cui gli enti inviano i dati alle Entrate e previsto regole più severe per migliorarne la qualità”.

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