Il Financial Times è in vendita

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Le agenzie di stampa internazionali più accreditate parlano di una possibile cessione, da parte del gigante anglosassone Pearson, del prestigioso quotidiano Financial Times.

La casa editrice inglese, che ha chiuso il 2014 con ricavi consolidati di 4,87 miliardi di sterline, profitti operativi per 720 milioni e un utile pre-tasse di 305 milioni a fronte di un indebitamento netto di 1,64 miliardi di sterline, non ha dato l’ufficialità della notizia che per il momento rimane un’indiscrezione.

E mentre Pearson non avrebbe preso alcune decisione formale riguardo alla dismissione di uno dei suoi principali asset, sul mercato gira voce, come riportato da Bloomberg, che l’altro big dell’editoria continentale, ovvero il gruppo tedesco Axel Springer (fatturato aggregato di 3,04 miliardi, ebitda di 507,1 milioni e utile netto di 235,7 milioni), sarebbe uno dei potenziali interessati a rilevare l’Ft.

Testata che con una circulation media di 702 mila copie (il 70% rappresentato dagli abbonamenti in versione digitale), copre oggi il 23% del giro d’affari complessivo di Pearson (il 42% arriva dalla divisione scolastica) potrebbe essere venduta a un controvalore di 1,6 miliardi di dollari (1,47 miliardi di euro).

Nel caso si definisse realmente la cessione della testata finanziaria nel settore dei media si assisterebbe probabilmente a un effetto domino. Perché tra l’altro, il Financial Times Group detiene in portafoglio il 50% delle azioni di categoria B del settimanale The Economist. Inoltre, non va trascurato il fatto che in Spagna il gruppo Prisa per abbattere il fardello del debito (2,5 miliardi) ha messo in vendita il suo quotidiano specializzato, Cinco Dias.

L’interesse di Axel Springer, che ha in portafoglio tra le tante testate la Bild (il quotidiano più diffuso d’Europa con oltre 2,5 milioni di copie vendute in media ogni giorno) e Die Welt, è legato in particolare modo allo sviluppo del business digitale del Financial Times, visto che il gruppo tedesco da anni ha deciso di dare una svolta alla propria attività editoriale puntando in maniera decisiva sui contenuti a pagamento e sulla crescita del web.

 

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