Il traino dei paesi emergenti funziona

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 Le economie mature sembrano più smaliziate riguardo la ripresa economica e nonostante le stime si susseguano per dire che tutto ripartirà nel secondo semestre del 2013, piuttosto che all’inizio del 2014, loro, le grandi economie, si deprimono al solo pensiero della situazione.

Ecco allora che, a livello statistico, si prende nota del calo della fiducia delle imprese nei paesi industrializzati. Circa 3200 manager sono stati intervistati da Grant Thornton, per la compilazione dell’International Business Report, in 44 paesi sparsi nel globo.

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La preoccupazione principale resta il fiscal cliff americano, ma gli investimenti sono fortemente condizionati anche dal pensiero della situazione dell’Eurozona che la sua crisi del debito non l’ha proprio superata.

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Quello che le imprese temono è che non ci sia alcuna ripresa nemmeno nell’anno in corso. In tutti i paesi “industrializzati”, nelle cosiddette economie mature, la sensazione espressa è questa, unita alla consapevolezza del fatto che gli interventi della Banca Centrale Europea non sono sufficienti a riequilibrare la bilancia.

Investire, allora, è considerata un’operazione  molto rischiosa per le aziende che, così depresse, assistono ad un calo di fiducia generalizzato nell’economia mondiale. Gli investitori, per trovare un po’ di ottimismo, devono volgere lo sguardo verso i paesi emergenti che possono essere un rischio, ma sono senz’altro più positivi.

L’ottimismo nei paesi emergenti dell’America Latina è cresciuto del 69 per cento nel quarto trimestre del 2012 ed è cresciuto fino al 28 per cento nei paesi del Bric della Regione asiatica.

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