La Cina zavorra i mercati e conferma le aspettativeย di quanti temevano che la crisi della tigre asiatica non fosse passeggera.
Le importazioni di Pechino, infatti, sono diminuite del 20,4% in settembre dimostrando tutte le difficoltร della secondo economia del mondo: secondo i dati diffusi dalle Dogane cinesi, le esportazioni hanno subito una contrazione del 3,7%, con un netto miglioramento su quella del mese precedente, che era stata del 13,8% su base annuale. I numeri, comunque, accrescono i dubbi che Pechino riesca a mantenere il tasso di crescita previsto per il 2015, fissato al 7%. Difficile anche che la Fed acceleri il rialzo dei tassi. D’altra parte l’analisi dei banchieri americani รจ chiara: “Guardassimo solo alla salute della nostra economia, la stretta monetaria sarebbe giร iniziata, ma il contesto globale presenta ancora molti rischi al ribasso” รจ stato detto al termine dell’ultima riunione di settembre.
A complicare le cose intervengono anche il clima di fiducia dei giapponesi, che a settembre รจ sceso a 40,6 punti dai 41,7 del mese precedente. In Germania, invece, l’inflazione si conferma in contrazione a settembre: la lettura finale dei prezzi al consumo tedeschi mostra, infatti, un calo dello 0,2% mensile e un valore invariato per la variazione tendenziale. Peggio delle attese, invece, l’indice Zew sulla fiducia delle imprese che รจ sceso a 1,9 punti dai 12,1 punti di settembre, una flessione molto piรน profonda di quella, comunque ingente, prevista dagli analisti che avevano scommesso su una lettura di 6 punti. Secondo gli economisti dell’istituto, a pesare sulle prospettive di crescita della Germania sono lo scandalo Volkswagen e la frenata delle economie emergenti. Proprio oggi, per altro, la casa tedesca ha annunciato intanto un nuovo contraccolpo dopo lo scandalo emissioni: taglierร 1 miliardo di investimenti. Inflazione in calo anche nel Regno Unito, dove i prezzi sono scesi dello 0,1% sia su mese che su anno.