Industria, produzione in calo ad agosto

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L’industria italiana fa registrare un brutto agosto. L’indice destagionalizzato della produzione è sceso dello 0,5% in confronto a luglio, quando era cresciuto di 1,1 punti.

Un dato negativo che stando a Confindustria dovrebbe esser ben presto dimenticato: le anticipazioni di viale dell’Astronomia parlano di un rialzo dello 0,9% a settembre.

Tornando all’Istat, nella media del trimestre giugno-agosto 2015 la produzione ha segnato una variazione nulla nei confronti del trimestre precedente. Corretto per gli effetti di calendario, di nuovo ad agosto l’indice è aumentato in termini tendenziali dell’1% (i giorni lavorativi sono stati 21 contro i 20 di agosto 2014). Nella media dei primi otto mesi dell’anno – precisa l’istituto di statistica – la produzione è aumentata dello 0,8% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.

Spiega ancora l’Istat che l’indice presenta variazioni congiunturali negative nei raggruppamenti dell’energia (-4,3%), dei beni di consumo (-0,7%) e dei beni intermedi (-0,4%) mentre i beni strumentali segnano una variazione nulla. In termini tendenziali – precisa l’Istituto – gli indici corretti per gli effetti di calendario registrano, ad agosto 2015, aumenti nei comparti dei beni strumentali (+3,9%) e dell’energia (+3,2%); diminuiscono invece i beni intermedi (-1,8%) e i beni di consumo (-1,3%).

Per quanto riguarda i settori di attività economica, i comparti che registrano la maggiore crescita tendenziale sono quelli della fabbricazione di mezzi di trasporto (+15,5%), della fabbricazione di coke e prodotti petroliferi raffinati (+9,7%) e della fabbricazione di apparecchiature elettriche e apparecchiature per uso domestico non elettriche (+6,9%). Le diminuzioni maggiori – aggiunge la nota – si registrano nei settori della fabbricazione di computer, prodotti di elettronica e ottica, apparecchi elettromedicali, apparecchi di misurazione e orologi (-10,0%), delle altre industrie manifatturiere, riparazione e installazione di macchine ed apparecchiature (-9,5%) e delle industrie tessili, abbigliamento, pelli e accessori(-8,5%).

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