Inflazione Eurozona, andamento più debole rispetto alle attese

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Per quanto l’inflazione nell’Eurozona, ad agosto l’andamento è stato più debole rispetto a quanto contemplato nelle proprie aspettative dagli osservatori economici.

Secondo i numeri definitivi resi pubblici da Eurostat, i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,1% su anno, mentre due settimane fa l’inflazione era stata indicata allo 0,2%, come a luglio. La differenza è imputabile alla discesa più marcata dei prezzi dell’energia.

L’inflazione core, depurata dalle componenti più volatili, è rimasta stabile allo 0,9% su anno. Mentre su base mensile l’inflazione ha registrato una variazione nulla ad agosto. In Italia è salita ad agosto allo 0,4% dopo lo 0,3% di luglio, lo 0,2% di giugno e maggio e il -0,1% di aprile. Ad agosto tassi negativi di inflazione annuale sono stati osservati in undici stati. Più bassi a Cipro (-1,9%), Romania (-1,7%), Lituania (-1%); più alti a Malta (1,4%), Austria (0,9%), Belgio (0,8%)

Rispetto a luglio il tasso annuale di inflazione è calato in 14 Stati, è rimasto stabile in quattro ed è aumentato in dieci. L’impatto più forte al rialzo si è registrato nel settore ristoranti e bar (+0,10%), verdure (+0,09%), tabacco (+0,08%); viceversa, carburanti per trasporti (-0,55%), olio da riscaldamento (-0,25%), latte, formaggi e uova (-0,07%) hanno registrato ribassi più forti. La prossima stima flash per la zona euro sarà pubblicata il 30 settembre.

Nell’ultimo vertice di inizio mese, la Bce ha tagliato le stime su crescita e inflazione della zona euro relative all’anno in corso, al successivo e al 2017. In particolare, per quel che riguarda l’inflazione, l’Istituto centrale la vede ora allo 0,1% quest’anno contro lo 0,3% stimato tre mesi fa; per il 2016 all’1,1% dal precedente 1,5% mentre per il 2017 all’1,7% dall’1,8%.

La situazione ha d’altra parte destato le preoccupazioni del presidente, Mario Draghi, che in quella sede ha chiarito che Francoforte resta pronta a utilizzare tutti gli strumenti necessari in caso di materiale peggioramento dell’outlook sui prezzi e di ingiustificato aumento dei rendimenti.

Dopo il dato sull’inflazione della zona euro, l’euro si è indebolito sul dollaro e ora scambia a 1,12279, lo spread Btp/Bund scende di poco a 113 punti con il rendimento del decennale italiano all’1,88%, mentre le borse del Vecchio Continente restano in progresso: Francoforte guadagna lo 0,67%, Parigi l’1,22%, Londra lo 0,59% e Milano lo 0,96% con l’indice Ftse Mib a quota 22.112 punti.

 

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