Intel acquisisce Altera?

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Tra le tantissime fusioni e acquisizioni in programma negli ultimi tempi ce ne è una che balza agli onori della cronaca maggiormente, per il suo peso per l’influsso che può generare all’interno del proprio mercato di riferimento.

Per capire di cosa stiamo parlando e del perché si tratta di una fusione importante dobbiamo spostarci direttamente negli Stati Uniti dove Intel ha messo sul piatto 16,7 miliardi di dollari per rilevare Altera offrendo 54 dollari per azione in contanti, pari a un premio del 56% rispetto al prezzo a cui Altera veniva scambiata in borsa prima che – lo scorso 27 marzo – la trattativa tra le società diventasse pubblica. Oggi è arrivato il via libera definitivo dei consigli di amministrazione dei due gruppi specializzati in microprocessori: Altera che produce microprocessori “programmabili” diventerà la divisione business di Intel.

L’annuncio di oggi riguarda l’operazione più grande del gruppo di Mountain View nonchè l’ultima di una serie di attività di m&a nel comparto dei semiconduttori. Giovedì scorso Avago, con sede a Singapore, ha raggiunto un’intesa per rilevare l’americana Broadcom per 37 miliardi di dollari: si è trattato dell’acquisizione più grande nel mondo della tecnologia dalla fine delle bolla dot-com. A marzo, l’olandese Nxp aveva acquisito Freescale per 11,8 miliardi.

Altera, che conta oltre 3.000 dipendenti in 19 paesi, aiuterebbe Intel a diversificarsi, visto che dipende in gran parte dal settore ormai maturo dei pc. Ichip di Altera sono usati in una vasta gamma di attrezzature nei settori delle telecomunicazioni, dell’auto e in quello industriale così come nell’hardware militare. I suoi principali clienti sono gruppi telecom come la cinese Huawei e la svedese Ericsson.

 

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