Italia in crescita? Il Def smorza gli entusiasmi

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L’Ufficio Parlamentare di Bilancio, l’organismo tecnico che rende valide le previsioni di bilancio del governo prima della loro trasmissione a Bruxelles, ha messo il sigillo alla nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza, ma non può fare a meno di sottolineare che alcune aspettative di crescita potrebbero essere troppo alte, se paragonate a quanto stimano i principali istituti di ricerca.

E’ quanto si evince dalla relazione che accompagna la lettera di validazione dell’Upb, nella quale si legge che il “quadro macroeconomico tendenziale del Mef appare, nelle sue componenti essenziali, in linea per gli anni 2015-2016 con le stime dei previsori del panel Upb”, composto da Cer, Prometeia e Ref). “In tale biennio, il principale fattore di rischio concerne la crescita del Pil nel 2016 che, pari a 1,3%, si colloca al limite più elevato dell’intervallo delle stime dei previsori del panel Upb”. Un modo per sottolineare che c’è ottimismo, materia con la quale bisogna procedere con cautela negli ultimi anni.

Le singole componenti che compongono tale stima sono infatti ai livelli più alti delle forbici di previsione. “Concorrono a questo risultato spese per consumi delle famiglie (1,1%) appena al di sotto del limite superiore (1,2%) dell’insieme dei previsori e spese della Pa (0,9%) superiori a quelle assunte dagli istituti del panel (0,8%). Dato il livello di partenza dello scenario di crescita tendenziale, stime particolarmente ottimistiche degli effetti della manovra di finanza pubblica rischierebbero di collocare la previsione programmatica 2016 al di fuori dell’intervallo di validazione”.

Per gli anni dopo, “i fattori di rischio insiti nel tendenziale divengono maggiormente evidenti negli anni successivi. Nel 2017 e 2018 la crescita del Pil stimata dal Mef (1,3% in entrambi gli anni) è al di sopra del limite superiore del range dei previsori Upb (1,2% in entrambi gli anni).

 

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