Jobs Act, priorità a contratti e apprendistato, poi gli ammortizzatori

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 Il tanto declamato Jobs Act inizia a prendere forma con l’approvazione da parte del Governo Renzi ha approvato un disegno di legge delega attraverso cui verrà smantellata la riforma Fornero dopo soli 27 mesi di vita.

Tre le colonne portanti di questo nuova riforma: i contratti, l’apprendistato e gli ammortizzatori sociali. Per i primi due saranno presi provvedimenti nell’immediato attraverso un apposito decreto legge già approvato, mentre per gli ammortizzatori sociali ci vorrà più tempo, dato che l’iter legislativo sarà più lungo.

Jobs Act, cosa cambia per i contratti a termine

L’intervento più importante fatto alla riforma Fornero è la cancellazione del causalone, ovvero l’indicazione precisa delle cause che hanno portato ad una assunzione a tempo determinato e non indeterminato, che ha creato non pochi problemi ai datori di lavoro.

Rimane in vigore la durata massima del contratto a tempo indeterminato di 36 mesi e un limite per l’utilizzo di questo tipo di inquadramento, che non deve superare il 20% del totale dei dipendenti.

Jobs Act, cosa cambia per l’apprendistato

Il Governo Renzi è intervenuto sull’apprendistato diminuendo sensibilmente limiti e numero di adempimenti burocratici a carico dei datori di lavoro che si avvalgono di questi contratti.

Sono stati infatti eliminati l’obbligo di redigere in forma scritta il piano di formazione dell’apprendista e l’obbligo di attendere la conferma in servizio di apprendisti che hanno terminato il periodo di formazione prima di assumerne un altro.

Inoltre, i datori di lavoro potranno tagliare il pagamento orario dell’apprendista fino al 35% nelle ore in cui questo è impegnato nella formazione.

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