La Banca dei cittadini è social

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 Social è ormai un’etichetta associata a qualsiasi prodotto moderno. Non poteva quindi mancare la denominazione di banche social. Ma che vuol dire? Questa espressione indica sostanzialmente una tendenza tutta contemporanea dei contribuenti che usano internet come canale privilegiato per raccogliere informazioni sui prodotti finanziari e per “acquistarli”. 

A parlare delle nuove abitudini dei contribuenti ci ha pensato l’ad di CheBanca! Christian Miccoli in un’intervista rilasciata a Wired.it. Miccoli spiega che internet, oggi, è lo strumento a disposizione dei cittadini per carpire informazioni sulle banche.

I dati di CheBanca! parlano chiaro: il 62 per cento delle persone che si rivolgono a questo istituto di credito per aprire un conto corrente hanno prima chiesto informazioni al web e si sono magari confrontati con gli amici su Twitter, Facebook o Youtube.

Da qui l’idea di molti istituti di credito di aprire una pagina su Facebook, di usare dei blog aziendali per dialogare con i clienti, tagliando i costi legati alla cura del cliente tramite email e telefono. In realtà questi ultimi due strumenti non sono messi al bando ma le banche, in un’ottica più redditizia di multicanalità, gli dedicano una parte marginale del tempo lavorativo.

CheBanca! spiega anche che bisogna fidarsi delle abilità informatiche dei clienti visto che pur avendo il 21 per cento dei clienti che supera i 55 anni, hanno il 90 per cento delle operazioni finanziare svolte online.

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