La Banca d’Italia approva il rinvio del pareggio di bilancio

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Da Via Nazionale arriva il sì al rinvio di pareggio di bilancio. Le scelte del governo di spostare al 2017 il pareggio strutturale di bilancio per via dell’eccezionale durata e profondità della recessione appaiono motivate secondo la Banca d’Italia. Vi è la necessità di un un riequilibrio più lento per aiutare a evitare una spirale recessiva della domanda.

L’Italia tuttavia continua a rallentare la sua marcia, e durante il terzo trimestre il Prodotto Interno Lordo ha fatto registrare una nuova, leggera, flessione.

A pesare sono la caduta degli investimenti e dell’export. Si registra invece un miglioramento per quanto riguarda i consumi delle famiglie; tuttavia il recupero della fiducia di famiglie e imprese si è bloccato durante l’estate. La spinta delle esportazioni sull’economia italiana potrebbe proseguire al ribasso e dunque è essenziale il recupero della domanda interna e il riavvio degli investimenti pubblici e privati.

C’è un miglioramento per quanto riguarda l’occupazione, ma rimane l’incertezza. Al termine di due anni di flessione, il numero di occupati in Italia è tornato a salire nel secondo trimestre, e le informazioni preliminari relative a luglio e agosto indicano un assestamento sui livelli precedenti. Tuttavia, segnala Bankitalia, a parte i modesti miglioramenti, le prospettive di ripresa dell’occupazione rimangono incerte.

Il bollettino di Bankitalia recita:

Per la ripresa è essenziale il contributo delle politiche di bilancio nel determinare, in tutta l’area dell’euro, condizioni macroeconomiche più favorevoli, attraverso lo sfruttamento dei margini di manovra delle politiche nazionali e azioni incisive a livello comunitario. Il 26 ottobre saranno pubblicati i risultati dell’esercizio di valutazione approfondita sulle maggiori banche dell’area dell’euro condotto dalla Bce e dalle autorità di vigilanza nazionali. Tale esercizio consentirà di accrescere la fiducia nella solidità del sistema bancario dell’area, rafforzandone la capacità di finanziare l’economia.

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