La Bce lascia invariati i tassi

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La Bce ha scelto di lasciare invariati i tassi di interesse, che rimangono al minimo e dunque a un valore pari allo 0,05%.

Malgrado le recenti tensioni, secondo l’Eurotower la ripresa si rinvigorisce al pari delle prospettive di inflazione. Se la situazione dovesse deteriorarsi, in ogni caso, Mario Draghi avrebbe una soluzione. Il numero uno della Bce ha rassicurato che l’istituto è pronto a usare tutti gli strumenti a disposizione per centrare gli obiettivi di politica monetaria. L’attesa è anche per capire gli sviluppi sul programma d’emergenza Ela, che ha fornito quasi 90 miliardi di liquidità alle banche elleniche. Probabile, dicono gli analisti, che ancora non venga elevato il tetto ai fondi straordinari: il Direttorio di Francoforte potrebbe aspettare lunedì 20 luglio. Secondo le simulazioni interne, il poco contante rimasto agli sportelli greci (chiusi dal 29 giugno e con il limite di prelievo giornaliero a 60 euro) dovrebbe bastare fino a quella data, quando per altro la Grecia deve rimborsare 4,2 miliardi (tra bond e interessi) alla stessa Bce. Se ciò avverrà, grazie al prestito ponte, allora Draghi potrà tornare ad aprire i cordoni della borsa.

In questa cornice i mercati trattano in rialzo: l’aver superato lo scoglio del voto interno è visto come un netto passo avanti verso lo sblocco del piano complessivo da 82-86 miliardi di euro. Milano rafforza l’apertura positiva con un guadagno dell’1,4%, in linea con le altre Borse Ue: Francoforte e Parigisalgono dell’1,7% e Londra dello 0,6%. Le azioni europee, annota Reuters, sono ai massimi da un mese e mezzo dopo il voto del Parlamento greco: l’indice EuroStoxx 600 è tornato ai livelli di fine maggio. Lo spread Btp-Bund si stabilizza: il differenziale di rendimento tra i titoli di Stato decennali italiani e tedeschi, che nelle primissime contrattazioni è sceso fino a 115 punti base, si attesta a 118 punti.

 

 

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