La crisi accresce il divario tra il nord e il sud dell’Italia riducendo il PIL

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 La crisi globale, che dal 2008 ha investito l’Italia insieme a tante altre nazioni del Vecchio Continente, ha avuto effetti negativi soprattutto sul Meridione. Il Sud Italia, infatti, è quello che in termini di PIL, di prodotto interno lordo ha pagato maggiormente il prezzo della crisi. 

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Ad affermarlo è l’Istat , dopo la pubblicazione dei Conti economici regionali, che ha tracciato un bilancio della situazione del Nord Italia a confronto con quella del Sud. Nel quadro dell’Istat infatti risulta un divario del 42 per cento tra le regioni del Nord rispetto a quelle del Sud, secondo i seguenti dati:

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  • nelle regioni del nord – ovest è stato registrato un PIL pro capite di 31.094 euro
  • nelle regioni del nord – est è stato registrato un PIL pro capite di 30.630 euro
  • nelle regioni del centro è stato registrato un PIL pro capite di 27.941 euro
  • nelle regioni del sud è stato registrato un PIL pro capite di 17.416 euro.

Ma non è tutto. Negli anni centrali della crisi economica, tra il 2009 e il 2012, il PIL italiano ha subito in generale una riduzione dello 0,4 per cento, ma solo al Sud questa riduzione è stata pari al 3,8 per cento.

Nel corso del 2012, invece, la flessione del PIL è risultata particolarmente accentuata nel Mezzogiorno, con una perdita del 2,9% e più contenuta nel Nord-ovest, con un calo del 2,3%, mentre Nord-est e Centro si sono situati in posizione intermedia con perdite del 2,5%.

Le regioni più colpite dalla contrazione sono state Sicilia e Basilicata.

 

 

 

 

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