La replica di Google alle accuse Ue

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Google replica in maniera formale alle accuse lanciate durante lo scorso aprile dalla Commissione europea, la quale ritien che il motore di ricerca favorisca i propri servizi nei risultati di ricerca su Internet.

Secondo il gruppo di Mountain View, le accuse di Margrethe Vestager, il commissario alla concorrenza che ha scatenato il più duro attacco contro un colosso hi-tech americano dall’inchiesta contro Microsoft nel 2000, sono “sbagliate” nei “fatti, sul piano giuridico e su quello economico”.

Per Google, l’Ue non tiene in considerazione l’ascesa di gruppi rivali come il sito di commercio elettronico Amazon e quello delle aste online e-bay. Come aveva già fatto in occasione del lancio delle accuse formali da parte di Bruxelles, Google ripete che il traffico sulle piattaforme di shopping ha “prosperato”. Inoltre dice che le pubblicità relative ai propri servizi “non sono anticompetitive”. Il colosso americano conclude spiegando che l’Ue non può vantare alcuna “teoria legale per giustificare cambiamenti forzati dell’algoritmo” con cui Google fa comparire sulle sue pagine online i risultati di ricerca.

Google aveva tempo fino al 31 agosto per rispondere alla commissione. La comunicazione delle obiezioni era stata inviata in aprile al gigante californiano. Si tratta di una tappa formale nell’ambito un’indagine sulla concorrenza, che permette alle parti di esercitare il loro diritto alla difesa. Google, secondo l’accusa, favorirebbe “sistematicamente i suoi prodotti di comparazione dei prezzi nelle sue pagine”, in rapporto ai servizi di comparazione dei prezzi concorrenti come Kelkoo. Di conseguenza, gli utilizzatori “non vedono i risultati più pertinenti in risposta alle loro richieste”, aveva spiegato allora la commissione.

 

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