L’America non ostacolerà le quotate cinesi. Borse in recupero

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Nel pomeriggio le Borse europee sono in recupero, dopo l’annuncio del Tesoro americano, che smentisce le voci su un presunto piano per non far quotare le aziende cinesi. Intanto si guarda al discorso impeachment per il presidente Trump.

Il fine settimana era stato tormentato per i mercati finanziari, quando il quotidiano Bloomberg aveva parlato di un piano per impedire l’ingresso ad alcune società cinesi a Wall Street. Si temeva un altro capitolo della guerra commerciale tra Stati Uniti e Cina, ma il portavoce del Tesoro è stato chiaro:

“Non stiamo pensando di impedire alle società cinesi di quotarsi sulle Borse statunitensi in questo momento”.

I mercati

I mercati sono apparsi subito rinfrancati, soprattutto quella Wall Street molto interessata dall’iscrizione delle quotate cinesi. New York è passata da dei futures negativi, ad un +0,2% in apertura per il Dow Jones, mentre il Nasdaq segna un +0,3%.

Reagiscono bene anche le Borse europee, con Milano che segna il +0,11%, con il comparto bancario che spicca sugli altri. Bene anche Parigi, con il +0,19%, mentre più contenuta è Francoforte, che segna un piccolo +0,07%. Tra le principali, male Londra, che scende dello 0,15%.

In Asia, brutto momento per Tokyo, che ha registrato una chiusura del Nikei a -0,53%, e per Shanghai, dove la perdita è stata dello 0,92%. Qui però, le buone notizie dall’America non erano ancora arrivate.

L’Europa finanziaria guarderà anche all’Italia e al consiglio dei Ministri in programma per questa sera. Palazzo Chigi voterà l’Aggiornamento del Def, che indirizzerà la prossima Legge di Bilancio. Intanto il nuovo Governo continua a dare fiducia ai mercati, abbassando lo spread fino a 140 punti base. I decennali italiani ormai rendono “solo” lo 0,84%.
Anche i dati macroeconomici italiani tornano a segnare spunti positivi, con la disoccupazione ai minimi dal 2011. La percentuale dei disoccupati si attesta al 9,5%, mentre scende la disoccupazione anche in Germania, dove si registra il 4,9%. Anche in questo caso si tratta di un record positivo, visto che la disoccupazione tedesca non era mai stata così bassa dopo la riunificazione del 1990.

L’inflazione però rimane troppo bassa, per gli auspici della Bce, e in Italia segna solo lo 0,4%, mentre l’Europa punta al 2%.

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