L’e-commerce piace agli italiani

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Dopo aver dato la notizia relativa all’apertura dello shop online di List e dopo aver parlato della campagna di Amazon contro chi rilascia feedback negativi a pagamento, è arrivato il momento di parlare della passione che i nostri connazionali nutrono nei riguardi del commercio elettronico. 

Nel 2015, fino a questo momento, il commercio elettronico ha sviluppato un business di 16,6 miliardi di euro. I dati sono stati elaborati e presentati dall’Osservatorio eCommerce B2c promosso dalla School of Management del Politecnico di Milano e da Netcomm al convegno intitolato “Social? Mobile? Multicanalità? Sì, ma sono servizio e convenienza la linfa dell’eCommerce in Italia” svoltosi a Milano.

La sintesi si può affidare alle parole dei protagonisti della ricerca:

Contribuiscono a questa crescita i settori che hanno trainato l’eCommerce fino ad oggi, come il Turismo (+14%), l’Informatica ed elettronica (+21%) e l’Abbigliamento (+19%), ma anche l’Editoria (+31%) e, finalmente, i settori emergenti come il Food&Grocery, l’Arredamento e Home living e il Beauty”,ha speigato Alessandro Perego, direttore Scientifico degli Osservatori Digital Innovation del Politecnico di Milano.

“La penetrazione dell’eCommerce raggiunge il 4% delle vendite retail, ma siamo ancora lontani dai principali mercati occidentali (Francia, Germania, UK e USA) dove l’eCommerce ha raggiunto livelli di diffusione fino a quattro volte più elevati. La strada per trasformare il commercio elettronico in una reale consuetudine di acquisto è tracciata dai principali player: occorre migliorare le prestazioni dei cosiddetti basics, ossia gamma, prezzo e servizio.”

“Il mercato eCommerce B2c resta ancora sbilanciato sui servizi che valgono il 60% dell’acquistato online da consumatori italiani – spiega a sua volta Riccardo Mangiaracina, direttore dell’Osservatorio eCommerce B2c Netcomm del Politecnico di Milano – Tuttavia l’acquisto online di prodotti cresce a un tasso più elevato (+21%) rispetto all’acquisto di servizi (+12%) e così il paniere italiano si sta conformando a quello rilevato nei principali mercati occidentali”.

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