Legge di Stabilità: cosa cambia nelle aziende speciali

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 Finanza pubblica: a partire dal 2014 anche le aziende speciali, così come le istituzioni e le società a partecipazione maggioritaria di carattere pubblico, devono contribuire alla realizzazione degli obiettivi.

Le nuove regole, secondo l’analisi proveniente dai dati Consoc, hanno un elevato potenziale. Nel 2012, a fine anno, erano 5.261 i Comuni che possedevano 31.116 partecipazioni nonché una media di circa sei per ente. Al tempo gli oneri ammontavano a quasi otto miliardi. Sei di questi riguardavano i contratti di servizio.

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Nel corso di quell’anno i Comuni hanno trasferito di continuo fondi per la copertura delle perdite per un totale di novanta milioni o per un aumento del capitale (per un totale di 144 milioni). Una gestione non sempre ottimale, dunque.

Oggi, la legge di stabilità implica molta più attenzione in virtù dei suoi vincoli. Sussiste l’obbligo di copertura delle perdite societarie nei bilanci dei Comuni e degli enti pubblici. Sussiste inoltre l’obbligo di adeguarsi ai prezzi di mercato per ciò che concerne i servizi strumentali e a parametri standard.

Le performance economiche dei Comuni nel 2012 sono state però sotto la media, con un passivo di 1,2 miliardi di euro. Stessa cosa durante l’anno precedente. Vi è dunque un problema di natura strutturale, che occorre risolvere mediante la legge di stabilità.

I suoi adempimenti statuiscono che i proprietari delle aziende speciali devono verificare attentamente i valori base presi in esame secondo il budget del biennio che va da quest’anno al 2016. Una norma che concerne, per esempio, i contratti di servizio. I parametri devono essere obbligatoriamente in linea con quelli di mercato.

L’obiettivo è quello di sanzionare gli amministratori e di creare un fondo di garanzia per la copertura delle perdite.

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