Moda: il Made in Italy si regge sugli acquisti dei top consumer

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 Sono più di centocinquantamila. Li chiamano i ‘Paperon De Paperoni’ e si configurano come i top consumer che ogni anno spendono in media 100.000 euro a testa in beni personali di lusso. Novecentomila, poi, possono permettersi 25.000 euro di shopping ogni dodici mesi. Quattro milioni effettuano acquisti pari a 4.000 euro all’anno e dieci milioni di consumatori spendono annualmente 2.500 euro. Sono dunque quindici milioni, secondo i dati di “Bain & Co.”, i consumatori di lusso.La loro spesa annuale ammonta intorno ai cento miliardi di euro. Una cifra che cresce ulteriormente a 132 miliardi se calcolata come ha fatto il Boston Consulting Group, il quale ha analizzato la stessa categoria di potenziali clienti, includendo anche le spese inerenti allo shopping ‘esperienziale’: spendono, infatti, in viaggi, Spa, Hotel, ristoranti e cultura.

Si tratta pertanto di una grossa fetta di mercato, dove italiani e francesi stanno alle prime posizioni. Sia per gli acquisti effettuati nei rispettivi Paesi d’origine, sia per quelli fuori dai confini. Pesano, tuttavia, dazi e tasse sul lusso che imperversano in numerosi mercati.

Solo durante lo scorso anno lo shopping esente da tasse degli stranieri nel nostro Paese è arrivato a quota 6 miliardi.

Del resto, che il Made in Italy si stia specializzando sempre di più nell’alto di gamma è un dato appurato ormai da tempo. Lo testimoniano le crescenti quote di produzioni effettuate sul territorio nazionale ed etichettate con le più prestigiose marche francesi. Ma a metterlo in evidenza è ancora una volta la prestazione del settore sui diversi mercati internazionali di riferimento.

 

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