No ai mutui sì alle ristrutturazioni

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La crisi ha fatto sì che le banche chiedano sempre maggiori garanzie ai consumatori che per via della precarietà del lavoro hanno ben poco da offrire a parte i risparmi di una vita. Ecco allora che se il mutuo non si ottiene ci si butta sulle ristrutturazioni.

Comprare una casa ormai è diventato molto difficile per gli italiani che però non rinunciano ad investire nel mattone per assicurarsi un tetto sulla testa per la famiglia, per sé e per i figli. Ecco allora che trovano una soluzione interessante nelle ristrutturazioni degli immobili.

> In arrivo il Fondo di garanzia per la casa per l’accesso dei giovani ai mutui

Se l’acquisto della prima casa sembra quindi dare dei segnali di ripresa costanti ma non eclatanti, registrano un vero e proprio boom le richieste di finanziamenti finalizzati alla ristrutturazione di un immobile. Incide sicuramente la crisi che in presenza di poche somme da investire, necessità di oculatezza nella spesa. La ristrutturazione è meno onerosa e riesce a sopperire alla mancanza di garanzie.

In più ci sono delle agevolazioni offerte a livello governativo che vanno avanti già da qualche anno. I lavori di ristrutturazione, infatti, sono detraibili al 50 per cento della spesa per tutto il 2014. nel caso in cui la ristrutturazione sia rivolta al miglioramenteo della classe energetica dell’appartamento, le agevolazioni salgono addirittura al 65 per cento.

Una convenienza di cui conviene approfittare subito visto che entro il 31 dicembre dell’anno in corso potrebbero esserci dei nuovi tagli. Il bonus dovrebbe essere prorogato anche per il 2015 ma sulla copertura economica di questa operazione ci sono sempre dei dubbi. La legge di stabilità 2015 dovrebbe prorogare le agevolazioni per la ristrutturazione edilizia e la riqualificazione energetica rispettivamente al 50 e al 65 per cento.

> I requisiti per richiedere il mutuo agevolato

Ci sarà anche un aiuto per chi vuole ristrutturare casa facendo ricorso al Fondo di Garanzia per la casa attivo dal 2014 al 2016. Ci sono da sfruttare 600 milioni che dovrebbero aiutare le famiglie ad ottenere credito.

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