Nuove forme di collaborazione tra assicurazioni e banche

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Mediante una condivisione di valori e intenti tra assicurazioni e banche è possibile trasformare la struttura finanziaria italiana, per far si che l’Italia torni a creare sviluppo.A pensarlo è Salvatore Rossi, presidente dell’Ivass e direttore generale di Bankitalia. Lavorare insieme vuol dire supportare un ritorno alla crescita. Come? Assicurazioni e banche possono mettere in atto nuove forme di collaborazionismo quale ad esempio quella contemplata dal Dl competitività erogato a giugno dal governo.

Il monito di Rossi: non fare confusione mescolando diversi mestieri, ma nel contempo non avere paura del nuovo. Un progetto comune può essere utile per stimolare la ripresa del Paese? “Si”, secondo Rossi. Il decreto competitività, infatti, ha portato ad un salto di qualità permettendo alle imprese di assicrazioni di concedere finanziamenti diretti e di usarli per coprire le riserve tecniche assieme alla cartolarizzazione inerente.

Tuttavia, in sede di conversione in normativa il requisito della partnership tra assicurazioni e banche, nello specifico per ciò che concerne la previsione che la banca potesse trattenere un ingente interesse economico fino alla scadenza, è stato quasi svuotato.

Alla fine, infatti, l’ha spuntata l’ansia di far confluire nuovo credito nelle casse. Pertanto, l’assetto ora disegnato configura un rischio di selezione avversa e Rossi non può fare a meno di notarlo.

Male che vada, una banca potrebbe rifilare ad un’assicurazione i crediti più deteriorati che ha, per poi bloccare successivamente la collaborazione.

Da qui, la necessità che le assicurazioni si muniscano bene valutando il merito di credito di un’impresa.

In questo frangente, l’Ivass dovrà autorizzare le compagnie ad avventurarsi in questo business nella maniera più corretta.

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