La fine del segreto bancario in Svizzera (e a Singapore)

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La Svizzera si prepara ad uscire dalla black list dei paesi che ancora hanno il segreto bancario. Insieme a lei anche Singapore e Costa Rica.

A comunicarlo l’Ocse, teatro degli accordi con i vari paesi che da qui al 2017 condivideranno con gli altri paesi che hanno aderito alla libera circolazione delle informazioni fiscali.

Si tratta di una rivoluzione storica, soprattutto per quanto riguarda la Svizzera che, dopo aver creato il segreto bancario negli ani ’30, ha mantenuto sempre fermo il punto attirando capitali e investimenti da tutto il mondo. Nel giro di due anni, giusto il tempo di stilare gli accordi con gli altri Stati.

Sale così a 44 il numero degli Stati che hanno aderito al libero scambio di informazioni e per tutti c’è l’obbligo di mettere in pratica quanto firmato entro il 2017, secondo quanto indicato nel Common reporting standard (Crs) dell’Ocse, ovvero lo standard globale per lo scambio delle informazioni, che prevede che tutti i clienti e gli intermediari bancari autocertifichino la loro residenza, una dichiarazione che è quindi sotto loro stretta responsabilità.

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Inoltre, le banche non potranno accettare versamenti senza che il cliente abbia fornito, anche in questo caso sotto sua responsabilità, di aver assolto alla tassazione nel paese di origine.

La lista degli aderenti potrebbe allungarsi in vista del prossimo G20 di fine maggio a Parigi, al quale parteciperanno anche Russia, Cina, Brasile e Indonesia, paesi che hanno tutto l’interesse a continuare a intrattenere rapporti di natura economica e finanziaria con i paesi che hanno già ratificato il libero scambio delle informazioni bancarie.

 

 

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