Soluzioni alternative per combattere l’evasione fiscale

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In Italia l’evasione fiscale si fa sempre più elevata, al pari del lavoro in nero. Due elementi che frenano lo sviluppo del Paese, ponendo una serie di indicatori economici in chiave negativa.

Tra questi occorre menzionare la crescita del Prodotto Interno Lordo, l’occupazione e il rapporto tra spesa e Pil e tra debito e Pil. Tali rapporti, se in negativo, ostacolano la concessione di flessibilità da parte delle banche per il bilancio pubblico e rendono poco desiderabili gli investimenti provenienti dall’estero.Stando ai dati che si evincono dai diversi rapporti, il nero vale circa un terzo del Prodotto Interno Lordo. Si tratta di una cifra pari a 500 miliardi secondo l’Eurispes. Ciò vuol dire togliere ogni anno al Paese quasi 180 miliardi di imposte e tasse. La stima è stata condivisa sia da Bankitalia che dalla Corte dei Conti e dall’Ocse. In questo frangente l’Italia vanta il record negativo in Europa, superando anche la Grecia.

Sorge dunque l’esigenza di recuperare una quota di Prodotto Interno Lordo sommerso e di regolarizzare l’occupazione, partendo dalla lotta all’evasione fiscale.Gli esperti, a tale pro, illustrano la strada del “contrasto di interessi”. Ma i burocrati del Paese non vogliono.Da parte loro c’è l’interesse a eliminare il contate, aumentare il numero di dipendenti presso l’Agenzia delle Entrate e il numero di finanzieri. Una soluzione alternativa ci sarebbe. Ecco il parere di Alberto Brambilla:

1) Introduzione sperimentale per un periodo di due anni della deducibilità per le famiglie di 5/6 mila euro l’anno (modulabili in base ai componenti il nucleo familiare) su determinate prestazioni identificate in maniera precisa (riparazioni di auto, moto e biciclette, lavori elettrici, idraulici, di tappezzeria, imbiancatura, riscaldamento, mobili, collaboratori domestici, affitti ecc) con diminuzione dell’Iva al 5% (almeno per la parte relativa alla manodopera);

2) a fronte di fattura giustificativa, (pene severe per chi emette/dichiara fatture false) le famiglie potranno dedurre dalla dichiarazione o ridurre il prelievo fiscale comunicando le deduzioni al datore di lavoro;

3) dopo i due anni sperimentali, in caso di assenza di risultati, si potrà tornare al regime odierno.

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