I rischi delle valute dei paesi emergenti

 I paesi emergenti sono da tempo protagonisti della rivoluzione in atto nel settore economico, finanziario e valutario globale. Adesso sono tirate in ballo le divise dei paesi emergenti che sembrano soffrire moltissimo della recessione generalizzata.

Nel primo semestre del 2013 questa sofferenza è stata ancora più evidente: le valute che fanno riferimento ai paesi emergenti, infatti, hanno perso parte del loro valore, in termini percentuali si parla di una flessione del 5 per cento rispetto al dollaro americano e all’euro.

Continua la discesa del prezzo dell’oro

Le ultime due valute citate, infatti, fanno il bello e il cattivo tempo. In fondo, proprio il dollaro è il riferimento per la maggior parte degli scambi delle commodities più diffuse. Le valute emergenti, dal canto loro, hanno sofferto sostanzialmente per la crisi economica e per altri due motivi: per il calo degli ordinativi di alcuni importanti prodotti caratteristici delle periferie del mondo, per la decisione della FED di ridurre gli stimoli monetari che ha mandato nel pallone parecchi investitori.

L’ascesa dei paesi emergenti è imbarazzante

Niente paura per chi ha comunque deciso di mettere i risparmi nel mondo Forex: si può puntare sul dollaro americano, ma anche sul renmimbi cinese e sul peso messicano come propone Morgan Stanely, oppure spostarsi al nord Europa, puntando sulle valute di Norvegia e Svezia.

Chiuso per riciclaggio Liberty Reserve

 Non soltanto un sistema per lo scambio di soldi ma piuttosto un modo per riciclare denaro sporco. E’ questo cambio di prospettiva sul servizio Liberty Reserve che ha fatto sì che il servizio fosse chiuso gettando un’ombra sulla storia economica degli Stati Uniti.

Non sentirete parlare molto di questo affare anche perché il servizio Liberty Reserve non è certo tra i più diffusi in Occidente e in Europa. In generale si tratta di un servizio online usabile in tutto il mondo per completare le transazioni economiche.

Abbandonate le monete di piccolo taglio

Il fondatore di Liberty Reserve, oggi, è accusato di riciclaggio di denaro sporco da un procuratore degli Stati Uniti di New York. Il servizio, infatti, ha permesso a moltissimi malintenzionati di spostare denaro recuperato in modo illecito per un valore che supera anche i 6 miliardi dollari.

Il Vaticano stoppa le carte di credito

Oltre al suo fondatore, che si chiama Arthur Budovsky, sono finite nel cosiddetto registro degli indagati altre sei persone che avrebbero gestito “fisicamente” le attività illecite censite dal sistema.

Tanto per essere più precisi sulle origini e sul funzionamento di Liberty Reserve, ricordiamo che ha la sua sede in Costa Rica e che consente di trasferire denaro ad altre persone, che sono identificate soltanto tramite nome e cognome, data di nascita ed email.

La settimana del dollaro

 Vogliamo aprire la settimana con qualche suggerimento per tutti coloro che sono interessati agli investimenti nel mercato valutario. Il Forex, infatti, nonostante la crisi, resta un terreno appetibile per chi ha un po’ di denaro da parte.

► Quando il dollaro investito frutta davvero

Molti opinionisti ritengono che il mercato forex sia ancora favorevole al dollaro nel senso che il dollaro americano è preponderante negli scambi. Saxo Bank ha tentato di mettere ordine nelle informazioni disponibili per dare qualche dritta agli investitori.

Nel dettaglio gli analisti cercano di capire se il dollaro abbia fatto il passo più lungo della gamba la settimana scorsa tanto che ora si è sul punto d’invertire rotta. Questo accade mentre dal Giappone arriva la notizia che il governo intende supportare ancora lo yen nonostante alcuni ribassi possano diventare dannosi per il paese.

Saxo Bank ha analizzato nel dettaglio il cambio tra euro e dollaro spiegando che dopo il crollo della settimana scorsa, sta forzando le resistenze sui 1.2850 punti. Stare al di sotto dei 1.300, dicono gli analisti, sul medio termine, potrebbe determinare l’esaurimento della forza del sell-off.

Di sicuro in settimana si dovrà tenere d’occhio quello che scelgono la Bank of Japan e la Bank of England, oltre che le decisioni del FOMC.

Il piano monetario contro il dollaro

 Il dollaro è considerato un potere assoluto e questo fa sì che molti analisti e commentatori attendano ansiosamente il suo crollo, visto che la politica espansiva della Fed, in qualche modo, sembra fare da traino e mettere in difficoltà gli altri attori del Forex.

Morgan Stanley sul mercato valutario

Ma il predominio del dollaro è davvero a rischio? Sicuramente la politica espansiva del dollaro e il deprezzamento della moneta, danno una mano alle esportazioni ma è facile che l’atteggiamento della Fed sia inteso come viatico per politiche protezionistiche e per una svalutazione di tipo competitivo.

Crescente il cambio euro dollaro

Lo strapotere del dollaro, comunque, non sembra a rischio per almeno due motivi: in primo luogo perché chi decide le politiche delle principali economie, ha come modello economico quello del “libero scambio” e poi perché non ci sono altre economie abbastanza forti da spodestare il dollaro come moneta di riserva.

Questa situazione, comunque, garantisce una posizione privilegiata agli Stati Uniti che hanno tanti vantaggi rispetto agli altri paesi. Per esempio le commodities sono valutate e poi scambiate in dollari e la maggior parte delle merci sono targate USA.

La Fed, da parte sua, oltre a definire la politica monetaria del paese, può anche esportare inflazione verso gli altri paesi.

Crescente il cambio euro dollaro

 Dopo una fase che potremmo definire di stasi, legata al fatto che la crisi economica, collegata alla crisi valutaria ha messo in ginocchio il Vecchio Continente ma non ha risparmiato il resto del mondo, adesso il mercato valutario sta vivendo una nuova fase “crescente” almeno per quanto riguarda il volume degli scambi.

La Nuova Zelanda parte dal kiwi

La prima notizia presente nel mercato riguarda il cambio tra il dollaro neozelandese e il dollaro americano che tutti conoscono come kiwi. Questo è arrivato ai minimi storici, fino a quota 0,8350, ed ora la Nuova Zelanda ha deciso di avviare una politica economica di svalutazione della valuta locale per far ripartire l’economia.

Bini Smaghi critica la forza dell’euro

Per quanto riguarda il cambio tra euro e dollaro, entrano in ballo i rapporti economici e le prospettive di crescita del Vecchio Continente e dell’America. Ad influenzare questo cambio, di recente, è intervenuto il dato sulla produzione industriale della Germania. Il dato diffuso che ha subito colpito gli investitori, si è dimostrato superiore alle aspettative, almeno in relazione al mese di marzo.

Oggi il cambio euro/dollaro si assesta intorno al +1,2 per cento che è anche lo 0,5% in più del mese precedente. Nel giro di pochi minuti dalla diffusione dei dati sulla produzione industriale tedesca, la coppia euro/dollaro è passato da 1.3106 a 1.3138.