Facebook dovrà rimborsare 62 milioni agli azionisti

 Il giorno del debutto di Facebook in borsa è stato praticamente traumatico visto che tantissimi azionisti che hanno creduto nel titolo del social network di Zuckerberg, si sono trovati davanti ad alcuni errori che ne hanno determinato immediatamente delle perdite.

Possibili trend del titolo Facebook

La SEC che ha analizzato la situazione, ha deciso quindi di autorizzare il piano del Nasdaq che consiste adesso nel rimborsare tutti coloro che hanno subito delle perdite il giorno del debutto di Facebook. Tutto è da attribuire al ritardo con cui sono partite le contrattazioni, un ritardo di 30 minuti che costerà a Facebook ben 62 milioni di dollari. Il titolo di Zuckerberg, tra l’altro, non è anche andato così bene, visto che ha sofferto a lungo per i problemi legati alla sua quotazione.

Gli utili di Facebook in crescita ma il titolo affonda

Gli azionisti che ritengono di aver subito delle perdite in relazione all’avvio ritardato delle contrattazioni, devono inviare una richiesta di rimborso alla Finra che deve valutare la validità della domanda. Il Nasdaq, da parte sua, sembra che rimborserà soltanto le vendite che non sono state eseguite e parti a 42 dollari o meno, le vendite a 42 dollari o meno che sono state eseguite a prezzi inferiori e anche gli acquisti a 42 dollari che non sono stati confermati subito.

Social shopping

 Twitter e Facebook ampliano i loro orizzonti e si danno all’e-commerce. Con pochi semplici gesti, infatti, sarà possibile  fare acquisiti utilizzando la carta di credito o anche trasferire denaro, in tutta sicurezza, o così almeno assicurano dai piani alti.

► Twitter vale 9 miliardi di dollari

Twitter

Il passerotto si è messo d’accordo con American Express e diventa un carrello della spesa. Per fare acquisti in 140  caratteri basterà utilizzare l’hashtag @AmexSync, al quale è necessario poi affiancarne un altro che funziona come una sorta di chiave di sicurezza e che viene inviato direttamente da AmexSync,  e confermare il tutto entro 15 minuti dall’invio della richiesta.

Ecco che l’acquisto on line tramite Twitter è stato fatto e la merce acquistata sarà spedita all’indirizzo dell’intestatario della carta di credito.

► Gli utili di Facebook in crescita ma il titolo affonda

Facebook

Anche Zuckerberg si sta adeguando ai cambiamenti e ha dato l’avvio a GIFT, una speciale funzionalità che permette di fare acquisti attraverso il social network blu e di regalarli agli altri utenti. Ora arriva anche Azimo, il servizio che permette il trasferimento di denaro. Simile a quanto già fanno altre realtà come Moneygram, Azimo ha il valore aggiunto che la transazione di denaro sarà conclusa interamente sul social e che il denaro potrà essere ritirato in contanti presso uno dei desk Azimo presenti nel mondo.

Possibili trend del titolo Facebook

 Il più popolato dei social network, di scala mondiale, è senz’altro Facebook che, a livello web e a livello informatico, si è subito dimostrato travolgente ed innovativo, con la sua capacità di rispondere alle esigenze di divertimento e comunicazione degli utenti.

 Nuovi guai per i giganti della tecnologia

L’anno scorso, in un modo un po’ rocambolesco, l’azienda di Zuckerberg ha fatto il suo decisivo salto in borsa e a quel punto e il titolo non è mai decollato fino in fondo, anzi, è stato contraddistinto da perdite a ripetizione che hanno portato Zuckerberg fuori dalla top ten degli uomini più ricchi del mondo.

 Gli utili di Facebook in crescita ma il titolo affonda

Adesso il titolo galleggia a Wall Street e le sue oscillazioni, su livelli molto bassi, sembrano assolutamente nella norma, a patto che poi non ci si metta l’informazione a rompere le uova nel paniere dell’azienda di Menlo Park. Infatti, in questo momento, è partito un nuovo attacco all’originalità del social network.

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Com’era già successo in passato con Cameron e Tyler Winklevoss, adesso Facebook deve rispondere ad un’altra accusa di plagio elaborata dalla Rembrandts Media, un’azienda di origini olandesi. Sembra che Zuckerberg abbia rubato ad un programmatore morto nel 2004, l’idea del “like” e anche la struttura e le funzionalità della Timeline.

Se poi si pensa che il programmatore in questione, alla fine degli anni Novanta, si era aggiudicato il dominio surfbook.com, allora il gioco è fatto. Queste notizie, dal momento in cui in giudici scioglieranno il riserbo pronunciandosi pro o contro Facebook, potrebbero influenzare negativamente il titolo.

 

Controlli fiscali anche per Facebook Italy

 Sono le aziende tecnologiche ad interessare in modo particolare al fisco, non solo in Italia ma anche nel resto d’Europa. Dopo l’interrogazione parlamentare per Google, che non avrebbe pagato tributi in Italia per circa 96 milioni di euro, adesso è l’azienda fondata da Mark Zuckerberg a essere stata messa sotto controllo.

Le motivazioni sono le stesse: le grandi multinazionali della tecnologia sfrutterebbero le lacune delle leggi tributarie dei vari paesi per non versare quanto dovuto. Nel caso di Facebook Italy, che è una società a responsabilità limitata e appartiene al gruppo Facebook Global Holdings, LLC (Limited Liability Company) con sede nel Delaware, stato che permette alle aziende che vi hanno sede ma che non operano negli Stati Uniti di pagare solo un’imposta fissa annuale di poche centinaia di dollari e nessuna tassa sugli utili.

Per la legge italiana questa modalità operativa non è legale, in quanto la sede italiana di Facebook è una “stabile organizzazione” e quindi deve pagare la sua quota di imposte sul fatturato secondo quanto previsto dalla legislazione nostrana.

Da Facebook replicano:

che la società paga le tasse in Italia come parte della sua attività nel Paese e rispetta molto seriamente i propri obblighi ai sensi della legislazione italiana in materia fiscale. Facebook lavora a stretto contatto con le autorità fiscali di ogni Paese in cui opera per garantire la conformità con la legislazione locale. Facebook ha cooperato pienamente con la Guardia di Finanza nel corso delle indagini e intende continuare a farlo.

Fine dell’accordo Facebook-Zynga

 Facebook e Zynga sono due aziende che da sempre collaborano per rendere più divertente e appetibile l’esperienza degli utenti sul social network. Non che Zynga si occupi di User Exsperience Design, semplicemente produce giochi.

Zynga, tanto per ricordarlo, è la madre di FarmVille e CityVille. Da tempo cerca di emanciparsi dalla cornice del social network, pur sapendo che migrando verso altri lidi, anche di sua proprietà, non riuscirà a portare con sé i facebookiani con tutti i loro amici.

Nonostante la perplessità appena annunciata, nei giorni scorsi Facebook e la casa di produzione di giochi online hanno raggiunto un accordo che in qualche modo svincola Zynga dal social network blu: non ci sarà più un accordo privilegiato con Facebook che, a sua volta, potrà aprire le porte ad altri sviluppatori.

L’accordo esisteva già dal 2010 ma non era mai stata definita una data certa per la separazione. Fino a questo momento, infatti, si era piuttosto del modo con cui Facebook avrebbe dovuto far crescere gli utenti di Zynga prima di lasciarla andare.

Ora, la separazione è prevista per il prossimo 31 marzo 2013. Sul fronte “giochi” si è fatta già avanti un’altra azienda pronta a rimpiazzare Zynga, si tratta dell’Electronics Arts; sul fronte borsistico, invece, si prende atto di un accordo che pende a favore di Facebook. Il titolo del social network infatti, dopo l’annuncio ufficiale, guadagna subito valore e le sue azioni tornano al livello di 27,27 dollari, mentre perde quota il titolo Zynga che lascia sul terreno di Wall Street ben 12 punti percentuali.