L’effetto Obama sul dollaro

 La rielezione di Barack Obama che guiderà per i prossimi quattro anni l’America ha determinato una flessione del valore del dollaro. Le borse hanno provato a reagire positivamente alla notizia ma il recupero degli indici, tanto atteso, alla fine non si è concretizzato.

A crescere sono state soprattutto le quotazioni di materie prime, oro e petrolio che hanno battutto tutti gli altri stock con i loro rialzi.  Ma cosa è successo al dollaro?

A livello globale, la moneta americana ha guadagnato terreno sullo yen. In pratica il quadro sul mercato valutario è comunque di risk on e lo yen ha ricominciato ad essere venuto rispetto alla moneta americana. Tutte le informazioni che stiamo fornendo fanno pensare che il mercato ha provato a festeggiare la rielezione del presidente uscente.

Gli analisti hanno subito parlato di effetto Obama sull’apertura delle borse europee che si presenteranno prossime alla rottura delle resistenze di brebe periodo.

Il Dax è finito oltre 7,425 e il Ftse Mib è andato a quota 15.750.

La moneta unica si è presentata in risalita durante la notte delle elezioni e ha superato tutti i livelli massimi. Oggi si potrebbero avere nuovi rialzi ed un’elevata volatilità sul cambio euro dollaro. Le opportunità d’investimento con queste oscillazioni sono molte.

Obama, l’euforia è già finita. Fitch e Moody’s incalza sul ‘Fiscal Cliff’

A distanza di poco più di 24 ore dal successo della rielezione di Barack Obama, accolto in modo favorevole in molte parti del mondo, la sbornia, i caroselli e le feste sono già finiti. Il Presidente deve mettersi subito a lavoro perché le notizie economiche delle ultime ore provocano ansia, preoccupano e angosciano intere Nazioni.

Così, l’America si risveglia dal sogno di Obama, dal “Yes we can” trasformato in “Il meglio deve ancora venire”. Come? In maniera brusca.  Le agenzie di rating Fitch e Moody’s non hanno perso tempo per mettere il dito nella piaga. Il Presidente, dunque, deve abbandonare quanto prima champagne e tartine. Le due agenzie avvertono l’uomo della stanza ovale sull’incalzare di un problema chiamato Fiscal cliff. Due parole che potremmo tradurre con i sostantivi precipizio e burrone. Con un debito pubblico spaventoso fatto di numeri difficili da leggere tutti insieme (16.190.979.268.766,67 $) non c’è tempo da perdere.

Fitch e Moody’s sono chiare, bisogna risolvere rapidamente la questione del “Fiscal cliff” e del debito pubblico. Se ciò non dovesse avvenire in tempi rapidi, nel 2013 gli Stati Uniti rischiano di ricevere un downgrade.

L’era di Barack Obama secondo inizia in salita con una sfida da vincere assolutamente. Il Presidente deve considerare inoltre il fatto che Senato e Camera sono spaccati, con il primo in mano ai democratici e la seconda a favore dei repubblicani.

Quali sono, dunque, gli effetti che spaventano la Casa Bianca? Tripla A a rischio e diminuzione del Pil 

 

La crisi è contagiosa. La Germania rischia di ammalarsi

Anche la Germania rischia di essere contagiata dalla crisi economica che oramai da molto tempo affligge l’Europa. Una notizia economica di rilievo che assume molto peso nella giornata di oggi. Stiamo parlando di una nazione rinomata per la sua prezisione, quella guidata da Angela Merkel, cancelliera di ferro. Negli anni la terra tedesca si è sempre distinta per il suo rigore nel far quadrare i conti , dalle “lacrime e sangue” per avere aiuti europei. Oggi la Germania, invece, inizia ad essere interessata dalla crisi.

A dirlo è Mario Draghi, Presidente della Banca Centrale Europea (BCE), in occasione di un convegno a Francoforte:

Una svolta in negativo che dunque colpisce un paese da sempre al riparo dalle difficoltà che hanno investito sinora diverse aree dell’Eurozona. Ma gli ultimi dati indicano che questi sviluppi stanno iniziando a interessare anche l’economia tedesca.

Cosa succederebbe se la Germania fosse definitivamente colpita dalla crisi? A livello politico ed economico molte cose potrebbero cambiare.

Si sa, la Germania si caratterizza per un’economia aperta e integrata, e in base a ciò non stupisce che un rallentamento nel resto dell’area dell’Unione Europea provochi degli strascichi anche qui.  Gli effetti finanziari in Germania sono lo specchio degli effetti nell’Eurozona. Per questo, è fondamentale anche per la Germania garantire la stabilità dell’Eurozona, per far si che sia nuovamente la prima a beneficiarne.

Fiscal Cliff: Nel frattempo crescono le preoccupazioni di Mario Draghi in merito al Fiscal Cliff. L’effetto – Obama sulle borse è durato poco, per cui anche gli Usa hanno bisogno di trovare nuovi accordi per quanto concerne il debito pubblico.

L’economia è la prima sfida di Obama

Le prime parole del presidente Obama, dopo la schiacciante vittoria di stanotte sullo sfidante repubblicano alla Casa Bianca, sono state il meglio deve ancora venire.

Forse si stava riferendo proprio a se stesso, dato che ora, impossibilitato dalla legge americana a potersi ricandidare, può davvero fare tutte le riforme che non ha potuto affrontare finora per non perdere il suo favore politico. Le prime ed più importanti riforme del presidente Obama riguarderanno l’economia: si parla di fiscal cliff, di tasse, di mercato del lavoro e di energie rinnovabili.

La ricetta economica di Obama è un mix di ingredienti che potrebbero non piacere a molte fasce della popolazione americana, soprattutto quelle più agiate per le quali il presidente ha già previsto una maggiore pressione fiscale su quella fetta di popolazione dal reddito più alto, entrate che serviranno agli Stati Uniti a ridurre il peso del debito che grava sul rilancio della sua economia.

Riforme fiscali previste anche per risanare il mercato del lavoro: la proposta di Obama è quella di mettere in atto incentivi per quelle imprese, soprattutto multinazionali, che riporteranno la produzione all’interno del paese, strumento con il quale il presidente ritiene sia possibile creare un milione di nuovi posti di lavoro nel settore manifatturiero.