Battisti (FS) a Rfi: la puntualità dei treni va ripristinata al più presto

La puntualità dei treni dell’Alta Velocità è in questi giorni al centro dell’attività dell’amministratore delegato e direttore generale di Ferrovie dello Stato Italiane, Gianfranco Battisti.

Battisti, come reso noto da un comunicato diramato dalle Ferrovie dello Stato, ha chiesto a Rfi, gestore dell’infrastruttura, di convocare un tavolo permanente con le imprese ferroviarie e di intervenire per ripristinare nel più breve tempo possibile la puntualità dei treni.

“Gianfranco Battisti, Amministratore Delegato e Direttore Generale di Fs Italiane – si legge nella nota -, preso atto della gravità della situazione, da lui ereditata, che la puntualità dei treni da molti mesi mostra forti problematiche e non evidenzia miglioramenti apprezzabili, ha chiesto al Gestore dell’Infrastruttura Rfi di convocare un tavolo permanente con le imprese ferroviarie”.

“Obiettivo del tavolo – prosegue la nota – è di concordare o, se necessario, imporre, nel pieno rispetto della cornice regolatoria, le idonee misure per ripristinare nel più breve tempo possibile la puntualità ai migliori standard, almeno pari agli stessi livelli raggiunti negli anni precedenti e che hanno contribuito a rendere i servizi Alta Velocità una eccellenza italiana nel mondo”.

Confcommercio contro le FS privatizzate

 Privatizzare le Ferrovie dello Stato per rendere il trasporto su rotaia più efficiente e, perché no, meno costoso. E’ sicuramente questo quello che pensano i comuni investitori davanti all’ipotesi che le Ferrovie dello Stato non siano più dello Stato. In realtà una trasformazione della struttura di questa società non è considerata universalmente “la cosa giusta”.

I bond delle FS piacciono agli investitori

L’ultimo parere negativo, a riguardo, è stato fornito da Confcommercio. Il vicepresidente dell’Associazione ha spiegato che l’ingresso di un attore privato nel settore dei trasporti ferroviari, potrebbe tradursi in una colonizzazione di un settore strategico, con la progressiva riduzione della coesione socio economica e della competitività dei territori italiani.

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Portare in campo la coesione socio-economica del paese per spiegare quello che succede alle Ferrovie dello Stato è senz’altro ad effetto ma Confcommercio ci tiene a precisare che la rinuncia alla statalità dell’azienda sarebbe un autogol. Confcommercio, si mette così contro lo stesso Mario Moretti, Amministratore Delegato di Ferrovie dello Stato che, invece, dichiara la sua società pronta al cambiamento di stato.

La paura, tra l’altro fondata, di Confcommercio, è che passando nelle mani di un privato, il trasporto su rotaia si concentri sulle tratte più trafficate e remunerative, trascurando quelle meno gettonate, con una riduzione del servizio e delle possibilità di sviluppo dei flussi commerciali.

I bond delle FS piacciono agli investitori

 E’ la prima volta che la società che gestisce la rete ferroviaria italiana decide di lanciarsi in modo diretto nel mondo finanziario con l’emanazione di una serie di nuovi bond. Eppure queste obbligazioni targate Ferrovie dello Stato piacciono parecchio agli investitori istituzionali sia nel nostro paese, sia all’estero. Qualcuno immagina che il successo delle obbligazioni ferroviarie sia dovuto alla novità, ma è davvero così?

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Il bond in questione è stato lanciato sul mercato il 15 luglio scorso e la sua durata è di sette anni quindi la scadenza è prevista per il 2020. La cedola per gli investitori è del 4 per cento ma per essere corretti è necessario spiegare che la prima emissione è stata riservata agli investitori istituzionali.

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Questi non sono certo mancati all’appello e così a fronte di un offerta iniziale di 500 milioni di obbligazioni FS, sono stati raccolti ordini per un totale di 3,6 miliardi di euro. Questa proliferazione della domanda ha consentito di ritoccare al rialzo gli ordini iniziali che sono saliti fino a 750 milioni di euro. In aumento anche il rendimento dei bond che si è assestato sul 4,15 per cento.

Per quanto riguarda la dislocazione geografica degli investitori dobbiamo ricordare che oltre il 50 per cento delle richieste sono arrivate dall’Italia ma sono molto presenti nel nostro paese anche austriaci, tedeschi e inglesi.