Monti promette di abbassare le tasse

 La campagna elettorale per le elezioni politiche si fa sempre più intensa e il tema delle tasse è sempre uno di quelli più importanti. Mario Monti ha affermato di volerle diminuire, lui che le ha aumentate per salvare l’Italia dal rischio del fallimento.

2013 anno di pressione fiscale record

Il leader del centro parla di Imu con detrazioni sulla prima casa e anche di detrazioni sui figli. Mario Monti ha parlato a Omnibus, la trasmissione su La 7. Uno degli argomenti sul quale maggiormente si sta concentrando la campagna elettorale è l’Imu e Monti ha affermato:

Presenteremo presto un piano per ridurre il gettito di Imu, Irap e Irpef. Proponiamo misure per bloccare la spesa pubblica corrente al netto degli interessi, con una riduzione spesa pubblica-Pil del 4,5 per cento al termine dei cinque anni. Non vogliamo fare promesse, ma prendere impegni seri.

Monti ha fiducia nell’economia

Per l’Imu Monti ha spiegato che si lavora ad una detrazione da 200 a 400 Euro, mentre con i figli a carico la detrazione arriverebbe a 800 Euro. Alla base della riforma dell’Imu c’è l’equità.

Monti ha anche parlato della riduzione dell’Irap e dell’Irpef per i redditi medio bassi. Monti ha detto: “Il Paese reale fa una denuncia reale, ha ragione. Abbiamo dovuto evitare il dissesto dello Stato che si profilava ad un orizzonte che sembrava sempre più vicino e abbiamo dovuto farlo non con una prospettiva di cinque anni, ma di mese in mese. Ogni mese, ora possiamo dirlo, era un incubo vedere quanti miliardi di euro dovevano essere emessi in titoli italiani entro la fine del mese”.

Cosa pensa la politica dell’affare MPS

 Il buco che Mussari ha creato nel bilancio del Monte dei Paschi in maniera opaca e il suo evitare, una volta a capo dell’ABI, che si andasse a frugare tra i conti dell’istituto senese, ha sbilanciato molto la campagna elettorale.

Cosa succede adesso ai mutui e prestiti MPS

L’affare Monte dei Paschi, infatti, è un affare tutto italiano. Basta pensare che il governo aveva pensato di emanare dei bond per finanziare la ristrutturazione della banca. Stiamo parlando dei famosi Monti-bond, ma che ne pensano i politici di tutta questa storia dei derivati?

► Quanti soldi in fumo per il Monte dei Paschi

Il dibattito è molto acceso tra il PD e i centristi. Monti, ad esempio, partecipando ad una conferenza stampa a Davos, ha avuto la possibilità di chiedere ai suoi avversari di non tirare l’argomento Monte dei Paschi dentro i temi della campagna elettorale. In particolare Mario Monti si è rivolto a Pierluigi Bersani dicendo al leader del PD di non parlare di “polvere sotto il tappeto” visto che espressioni del genere alimentano l’idea che ci sia ancora qualcosa da nascondere nei bilanci del Belpaese e questa convinzione, sui mercati internazionali, non fa certo guadagnare terreno al nostro paese.

► MPS zavorrata dalla questione derivati

Il ministro dell’economia Vittorio Grilli, invece, per sedare gli animi di chi ci vuole vedere chiaro fino in fondo, ha detto di essere pronto a riferire in Parlamento.

Draghi al WEF si scaglia contro il governo Monti

 Al World Economic Forum di Davos si sono riuniti tutti i più grandi economisti ed esperti di finanza mondiali, tra i quali c’era anche Mario Draghi, il presidente della Banca centrale europea. Oltre a parlare dell’euro e dell’anno appena trascorso in Europa, il presidente della BCE ne ha approfittato per dire la sua anche riguardo alla situazione italiana.

Mario Monti al WEF: polemica con Bersani sugli esodati

Una stoccata ben direzionata è arrivata direttamente a Mario Monti e alle sue scelte. Secondo Draghi l’economia italiana necessita di una riduzione sostanziosa della pressione fiscale che ora, soprattutto dopo le manovre fatte nel corso dello scorso anno dal governo tecnico, grava in modo pesante su imprese e famiglie. Solo in questo modo sarà possibile uscire fuori dalla crisi e far crescere l’economia.

Mario Monti al WEF spiega i motivi della sua candidatura

Draghi ha parlato riferendo anche della situazione degli indicatori economici: l’Italia ha riconquistato fiducia, grazie anche a quanto fatto fino ad ora, ma è arrivato il momento di fare le riforme per il sostegno e il rilancio dell’economia reale, cosa che ancora non è stata fatta.

Secondo Mario Draghi, quindi:

I paesi devono proseguire sia il consolidamento fiscale sia le riforme strutturali, che aumentano competitività e creano posti di lavoro e crescita. Se i governi dei paesi dell’area euro riusciranno a perseverare su risanamento dei conti pubblici e riforme strutturali dell’economia, le politiche della Bce favorevoli alla crescita finiranno per trasmettersi all’economia reale.

In sostanza il presidente si è schierato contro Monti e, dato che ora il premier uscente ha deciso di salire in politica, anche contro la sua lista.

Mario Monti lascia al WEF il suo messaggio per Bersani

 Una campagna elettorale dai toni troppo esacerbati è un concreto rischio per il paese perché potrebbe far scomparire la fiducia che l’Italia ha riconquistato in questo anno di governo tecnico, soprattutto per quanto riguarda i mercati.

World Economic Forum Outlook 2013

Il messaggio lanciato dal premier Monti in conclusione del suo intervento al World Economic Forum di Davos ha un destinatario ben preciso: si tratta di uno dei suoi principali avversari politici, Pier Luigi Bersani, il quale non ha risparmiato parole dure nei confronti dell’operato del governo monti soprattutto per quanto riguarda esodati e riforma del lavoro.

Suggerisco per la seconda volta al segretario Pd di non usare il termine polvere sotto il tappeto perché, sicuramente al di là della volontà dello stesso Bersani, può risuonare sinistro nei mercati finanziari internazionali e dare l’impressione che ci sia qualcosa che è stato nascosto nel bilancio pubblico; nell’interesse del Paese preferisco che non si creino equivoci.

Ancora problemi di copertura per gli esodati

Tono sicuramente diplomatico, ma comunque le intenzioni di Monti sono ben chiare: il lavoro fatto da lui e dai ministri scelti è stato difficile, sia per il governo che per i cittadini, ma era tutto necessario per poter portare di nuovo l’Italia ad essere un paese concorrenziale.

Per questo il premier lascia Davos con soddisfazione: anche al WEF si è parlato di Italia e di crisi economica, ma il nostro paese, proprio in virtù di quanto fatto, è stato portato come esempio positivo.

 

Mario Monti spiega la sua candidatura politica al Wef

 Tanti i personaggi del mondo dell’economia e della finanza che in questi giorni si sono riuniti a Davos in occasione del World Economic Forum. Tra loro anche il premier uscente Mario Monti che ha colto l’occasione per spiegare ai presenti le motivazioni della sua discesa in campo.

World Economic Forum: Outlook 2013

Anzi, per dirla con le sue parole, si è trattato di una salita in politica che ha lo scopo di tutelare le vittime dei governi precedenti. Secondo il professore, infatti, i governi politici che l’hanno preceduto non sono stati in grado di contrastare evasione fiscale e corruzione e sono colpevoli, inoltre, di non aver mantenuto le promesse fatte in campagna elettorale, lasciando soprattutto i giovani in una situazione di instabilità e di incertezza.

Il contratto a tempo indeterminato flessibile di Monti

E’ questo che lo ha spinto a creare una lista civica, una via alternativa alla politica tradizionale, attraverso la quale costruire una economia di mercato competitiva sia in Italia che in Europa, con il quale ripagare quella sostanziosa fetta di italiani che stanno facendo i conti con la crisi, quindi i giovani e i disoccupati.

Il premier dimissionario ha colto anche l’occasione per parlare, con la sua solita diplomazia, a tutti coloro che hanno criticato le scelte del governo tecnico: per Monti le riforme messe in campo sono, sì, impopolari ma necessarie per il risanamento del paese, anche se, per poter avere un quadro completo dei risultati, serve ancora del tempo.

 

La risposta di Monti al Financial Times

 Il mercato delle opzioni binarie, in questi giorni, non si può certo dire che attraversi un momento di quiete visto che sono tante le pubblicazioni e gli episodi che minano ed incidono sulle considerazioni dei vari paesi.

test elezioni per Piazza Affari.

Ad intaccare la visione idilliaca del governo uscente, però, dopo il rientro in corsa di Mario Monti, ci ha pensato il Financial Times che ha un po’ spiegato perché non è tutto oro quel che luccica.


Monti, alle accuse di essere inadeguato a guidare l’Italia del futuro, risponde con un invito ai suoi competitor a presentare proposte maggiormente adatte al rilancio dell’economia italiana.

Monti ha fiducia nell’economia

 Ospite in qualità di Presidente del Consiglio al World Economic Forum di Davos, in Svizzera, Mario Monti ha sfruttato l’occasione molto importante per parlare dei meriti e dei risultati raggiunti dal suo Governo.

Durante il suo discorso il Professore ha dichiarato di essere fiducioso sul futuro dell’Italia. “Intravedo un forte interesse nelle imprese e negli investitori stranieri per la crescita e l’innovazione che l’Italia può fornire – ha detto il Premier uscente (ancora in carica fino alle prossime elezion). Le circostanze sono molto differenti dal mio primo giorno da Presidente del Consiglio, poiché l’atmosfera che fa da sfondo all’Italia è cambiata. Ora il nostro è un Paese che si fa rispettare e si crede nella sua capacità di riprendersi”.

 Monti e il diverbio con il Financial Times

Poi Monti ha aggiunto: “Siamo tra i più sostenibili nel mondo intero. L’onere di ridurre il debito non può più essere ottenuto solo attraverso le tasse”.

In Svizzera, Monti ha dichiarato che i cittadini italiani hanno compreso il suo sforzo per cambiare le cose. E di conseguenza si sono dati da fare con determinazione, aiutando il Paese a voltare pagina, per lasciarsi la crisi alle spalle. Così Monti ha voluto fare il suo personale tributo agli italiani e alla loro resistenza.

Poi il Professore ha tenuto a precisare che in questi quattordici mesi non ha mai sfruttato l’argomento ‘ce lo chiede l’Europa’ per far si che i cittadini italiani facessero sacrifici.

Criteri di applicazione delle aliquote per la produttività

 Il decreto firmato ieri dal presidente del consiglio Mario Monti con il ministro dell’Economia definisce i criteri di applicazione delle aliquote per la produttività. In primo luogo, nel testo, viene alzato a 40.000 euro il limite massimo per accedere alla detassazione al 10% del premio di produttività.

Produttività: l’accordo c’è ma senza CGIL

Il valore del premio oggetto della detassazione resta invariato: 2.500 euro. Per quanto riguarda i finanziamenti,inoltre, il decreto firmato ribadisce quanto detto dalla legge di stabilità, che prevede l’applicazione dello sconto fiscale per un limite massimo di onere di 950 milioni (per il 2013) e di 400 milioni (per 2014), fissando il limite massimo del 2014 a 800 milioni.

I dati Istat sulla produttività italiana

Il decreto prevede un doppio binario per l’assegnazione degli incentivi fiscali di produttività: da un lato gli incentivi per le voci retributive individuate dai contratti che fanno riferimento ad indicatori quantitativi di produttività, redditività, efficienza, innovazione e, dall’altro, l’incentivo verrà applicato se sarà prevista almeno una misura per tre delle quattro aree di intervento individuate dal governo (ridefinizione dei sistemi di orari, distribuzione flessibile delle ferie, impiego di nuove tecnologie, integrazione delle competenze).

Questo doppio binario di assegnazione permette di non dover azzerare quanto finora contrattualizzato per la produttività tra le parti sociali e i rappresentanti del governo.

Monti e il diverbio con il Financial Times

 Mario Monti, dall’essere premier di un governo tecnico, è diventato poi il candidato privilegiato per la corsa a Palazzo Chigi. Ha ingaggiato una campagna elettorale molto seria in cui ha affrontato i temi cruciali per le sorti del nostro paese, partendo proprio dal redditometro e dalle tasse.

A livello europeo ed internazionale, senza entrare nel merito delle riforme del gabinetto tecnico e delle proposte per il futuro, quindi senza considerare il contratto a tempo indeterminato flessibile di Monti, al premier uscente si riconosce il merito di aver ridonato credibilità all’Italia.

Le opinioni della stampa internazionale, in tal senso, sono sempre state molto positive, fino a quando, il Financial Times ha commentato in modo molto severo l’operato del professore. L’editorialista Wolfang Munchau ha accusato Monti di aver privilegiato la definizione delle misure di austerità, rispetto alla definizione degli stimoli per la crescita.

Le risposte e i consumi dei cittadini europei di fronte alla crisi

In pratica Monti non avrebbe previsto in modo accurato gli effetti del rigore introdotto nell’economia italiana, senza peraltro lasciare agli italiani la scelta delle tre alternative possibili: restare nell’euro e proseguire con i necessari aggiustamenti economici, oppure rimanere nell’euro e condividere gli aggiustamenti economici con gli altri paesi debitori, abbandonare la moneta unica del Vecchio Continente.

Gli italiani, così, si sono ritrovati ad aspettare “momenti migliori” scegliendo per forza la permanenza nell’euro e gli aggiustamenti richiesti.

Outlook 2013 secondo i partecipanti al World Economic Forum

La disuguaglianza economica e il lavoro non sono considerate delle priorità al momento. I grandi dell’economia e della finanza che da domani discuteranno al World Economic Forum, tra i quali ci saranno anche Mario Monti, Angela Merkel, Mario Draghi e molti altri, avranno come ordine del giorno la discussione l’instabilità economica mondiale.Molti dei partecipanti sono stati intervistati dal World Economic Forum (Wef) nell’Outlook 2013, dal quale emerge che la situazione dell’Europa, seppur ancora instabile, preoccupa di meno rispetto all’instabilità economica mondiale, che, per il 14% delle personalità di spicco del mondo della finanza e dell’economia che saranno presenti al WEF, è il vero punto critico del futuro del pianeta.

Crisi industria 2012

Secondo i dati dell’Outlook 20123, l’Indice globale di fiducia nell’economia è salito da 0,38 a 0,43 rispetto alla rilevazione dello scorso trimestre. Dal momento che la la scala su cui si indica la fiducia va dallo 0 all’1, si è molto vicini alla soglia che divide il pessimismo dall’ottimismo, anche se ancora è presto per parlare di una vera e proprio inversione di tendenza.

La spending review dei cittadini europei

A dare maggiore fiducia nelle prospettive economiche per l’anno in corso sono gli economisti del Nord America, ma anche dall’Europa arrivano i primi segnali di distensione. Nel complesso l’Outlook è positivo per il 23% degli intervistati (percentuale salita di 6% rispetto all’ultima rilevazione) mentre i pessimisti sono scesi dal 56% al 43%.