Se il Regno Unito avesse adottato l’euro

 L’euro, in questo momento, è sicuramente una delle monete più bersagliate del mondo visto che anche la Germania è passata all’attacco rendendo il discorso valutario, lo sfondo “ideale” per la campagna elettorale. Dopo la querelle tra il gigante tedesco e la BCE che con l’acquisto di bond starebbe favorendo i paesi periferici come l’Italia e la Spagna, adesso i salotti della finanza sono interessati alla storia con i “se”.

Qualcosa sull’uscita della GB dall’Europa

Uno dei quesiti più ricorrenti è relativo alla sorte del Regno Unito: ci si chiede cosa sarebbe successo all’economia britannica se avesse soddisfatto i parametri richiesti da Maastricht, all’epoca, per entrare in Europa. L’UE era fortemente interessata a fagocitare la realtà inglese, tanto che avrebbe stiracchiato i requisiti d’ingresso nell’UE per consentire l’accesso inglese.

E se la Gran Bretagna uscisse dall’Europa?

Ma gli effetti di questa fusione quali sarebbero stati? Sicuramente, al di fuori del Regno Unito, avremmo assistito ad un boom creditizio accelerato che avrebbe portato più rapidamente alla crisi bancaria che comunque c’è stata. La crisi del settore del credito sarebbe stata più acre dell’attuale e sarebbe stata seguita dalla contrazione economica dei paesi Baltici.

I conti pubblici, sottoposti alla politica di austerity, sarebbero sprofondati sotto il peso della crisi e alla fine, in una situazione del genere, il Regno Unito avrebbe comunque lasciato l’euro.

Quanto costano i reami europei

 E’ stato di recente portato a termine uno studio relativo al costo delle case reali europee e nonostante i fasti cui ci hanno abituato le teste coronate inglesi, non è la monarchia britannica quella più spendacciona. Il rapporto è stato curato da un docente dell’Università di Ghent.

Il documento spiega che al primo posto nella graduatoria delle case reali c’è quella del re Harald V di Norvegia che ogni anno spende circa 42 milioni e 700 mila euro. Al secondo posto si piazza l’Olanda e soltanto sul terzo gradito del podio c’è l’Inghilterra. La domanda che si è posto questo professore riguarda i costi di una monarchia che abbia i suoi sudditi.

La nuova banconota da 5 sterline

Oggi che di moda c’è l’austerity economica, ci si chiede se in Europa, anche la monarchia, non debba tirare un po’ la cinghia. A livello numerico ricordiamo che nel Vecchio Continente ci sono ancora una decina di paesi che possono vantare una regina o un re come capi dello stato.

Quanto costa il funerale della Thatcher

Per esempio, è stato da pochissimo scelto in Belgio un nuovo sovrano che ha preso il nome di Guglielmo. Il principe in questione ha ereditato lo scettro che era stato della regina Beatrice, sua madre. Da considerare, come si spiega nel rapporto che esistono anche forme di finanziamento pubblico rivolte alle teste coronate.

Il Regno Unito e la Thatcher

 Il Regno Unito, in questi giorni, deve confrontarsi con la morte di Margaret Thatcher, la lady di ferro. Apparentemente il decesso di una persona così importante per la vita politica trascorsa del paese, non dovrebbe interessare gli investitori. Invece sono molti quelli che cercano di capire quanta nostalgia ci sia negli elogi e quanto distacco la politica riesca ad esprimere rispetto alle scelte del passato. Solo così, infatti, si possono captare segnali indicativi del trend del futuro.

Cosa muove l’euro

Quello di cui bisogna prendere atto, è sicuramente che la Thatcher ha modificato profondamente la politica economica della Gran Bretagna. Oggi, che il paese sta attraversando un momento di crisi, però, ci si chiede quanto i cambiamenti introdotti dalla lady di ferro, possano essere considerati positivi.

Il Regno Unito in crisi lo spiega Osborne

In linea di massima la Thatcher ha usato i tassi d’interesse alti per combattere l’inflazione, poi ha cercato di prendere di petto il potere dei sindacati e ha fatto in modo che il mondo della finanza fosse deregolamentato. Infine, si è preoccupata di gestire il passaggio da un’economia di produzione ad un’economia di servizi.

Queste le basi poste dalla Thatcher che sono riuscite a guidare la Gran Bretagna verso l’ascesa economica indiscussa fino al 2008, anno in cui è cominciata per tutti la crisi e nemmeno i britannici sono riusciti a percepire gli elementi più importanti del momento.