La paghetta dal marito diventa reddito

 Speriamo che non vi siate mai trovati nelle condizioni di dover chiedere un prestito al vostro consorte per il pagamento delle imposte fiscali. Nel caso in cui vi sia capitato, invece, e’ molto probabile che abbiate chiesto al partner di farvi un piccolo bonifico.

Ora, questa specie di paghetta deve essere considerata a tutti gli effetti un reddito. Un po’ come dovrebbe accadere per gli assegni versati dal marito alla moglie che non ama piu’ e dalla quale ha chiesto separazione e divorzio.

La questione e il pronunciamento della Corte di Cassazione chiariscono ogni dubbio. Il presupposto e’ che il titolare del conto corrente debba pagare l’IRPEF sulle somme depositate sul conto anche se le somme appartengono ad una terza persona. La sentenza e’ la numero 433 del 10 gennaio 2013. 

Il fatto si lega agli avvisi di accertamento che l’autorita’ tributaria ha inviato ad un contribuente dopo che erano stati notati dei versamenti regolari sul conto corrente dell’interessata da parte del coniuge. La richiesta e’ stata

Se sia responsabile per il pagamento delle imposte sul reddito il possessore di un reddito non dichiarato, indipendentemente dal fatto che egli non sia l’effettivo titolare delle somme accertate.

Secondo l’autorita’ tributaria la risposta e’ affermativa.

 

Nel 2013 tasse in aumento per 14,7 miliardi

Nell’anno appena iniziato si verificherà un aumento di 14,7 miliardi di tasse, con un conseguente aggravio di 585 euro per ogni famiglia. La pressione fiscale, dunque, aumenterà ancora. Lo sottolinea la Cgia di Mestre nella persona del Presidente Bortolussi, evidenziando che gli effetti della nuova Legge di Stabilità valgono a poco rispetto all’odierna situazione economica del Paese.

La pressione fiscale, nello specifico, si attesterà intorno al 45,1% del Prodotto Interno Lordo. In percentuale parliamo di 0,2 punti in meno rispetto a quanto previsto dal Governo durante lo scorso mese di settembre all’interno del Documento di Economia e Finanza.

Anche il 2013, dunque, sarà un anno pieno di tasse. Tra queste menzioniamo la Tares (nuova tassa sui rifiuti), l’aumento dell’Iva previsto a partire dal prossimo 1 luglio, la modifica relativa all’Imu riguardante i capannoni, l’incremento dei contributi previdenziali per i lavoratori autonomi, nonché l’aumento delle addizionali Irpef a livello regionale.

Risultato? Gli italiani pagheranno 14,7 miliardi di euro in più per quanto riguarda le tasse.

Per Giuseppe Bortolussi, Segretario Cgia, il trend potrà essere invertito soltanto a partire dal 2014. Solo l’anno prossimo, infatti, la pressione fiscale scenderà leggermente sotto il 45%.

Lo Stato batte cassa con le lotterie

 Lo Stato italiano si avvia verso il nuovo anno con tantissime novità per i contribuenti. Basta pensare a tutte le norme inserite nella Legge di Stabilità. Una delle cose più strabilianti è la rinuncia all’IMU che a tutti gli effetti, dall’anno prossimo, diventa una tassa municipale.

Lo Stato dà inoltre la possibilità ai Comuni e alle Regioni di aumentare l’aliquota addizionale. I Comuni lo potranno fare dal 2013 e ha scelto di ritoccare all’insù le “tariffe”, un’amministrazione su tre, mentre le Regioni potranno farlo dal 2014. Le addizionali peseranno sulle buste paga dei cittadini che saranno d’altro canto “tenuti buoni” dall’incremento dei bonus famiglia.

Le imprese, invece e così arriviamo al cuore del nostro discorso, si troveranno a far fronte ad un incremento del prelievo fiscale sulle video lotterie. La tassazione sulle somme giocate, il cosiddetto Preu (prelievo erariale unico) passa dal 4,5 al 5 per cento.

Limitazioni anche per quel che riguarda la pubblicità de giochi. Secondo le disposizione contenute nel decreto Balduzzi, il volume dell’advertising sarà più contenuto. Salta infatti la proroga contenuta nel maxiemendamento alla legge di stabilità.

Per quanto riguarda le video slot la tassa sale al 6 per cento per tutte le vincite superiori ai 500 euro. Da gennaio, infine, sarà indetta una gara per l’apertura di mille nuove sale da poker anche se quello online, dice il governo, potrebbe essere presto abolito.

Lo slittamento della Tares è stato richiesto dal Governo

L’emendamento alla Legge di Stabilità rilasciato di recente dal Governo ha fatto si che la prima rata della nuova tassa sui rifiuti, la Tares, dovrà essere pagata ad aprile 2013 e non più a gennaio del prossimo anno. Nello specifico la Tares è il nuovo tributo comunale sui rifiuti e sui servizi.

La decisione è stata presa dal Governo, è in qualche modo si tratta anche un modo per far ‘respirare’ un po’ di più gli italiani (e le loro tasche), recentemente reduci del salasso IMU. Dopo il pagamento dell’Imu, la cui scadenza era il 17 dicembre, pagare anche la Tares a gennaio sarebbe stato un brutto colpo.

Il Governo ha dunque richiesto lo slittamento della Tares, così da far stare più tranquilli per un po’ i contribuenti del Nostro Paese. Ciò non toglie che costoro ad aprile dovranno fare i conti con un’imposta molto salata, per la quale si prevede un gettito di quasi un miliardo ogni anno, che entrerà nelle casse dello Stato.

Ricordiamo che la Tares prenderà il posto di Tarsu e Tia. Le due imposte, chiamate con due nomi diversi in base al tipo di prelievo effettuato dagli stessi Comuni, vanno in ‘pensione’.

La nuova tassa sui rifiuti è dilazionata in 4 rate, ma si potrà pagare in una unica soluzione nel mese di giugno del 2013, secondo quanto disposto dal Governo in seguito alla presentazione dell’emendamento alla Legge di Stabilità. La Tares è destinata ai cittadinini, nonché ai proprietari di immobili. In particolar modo è destinata a quei cittadini che (come dice l’emendamento) “Occupano o detengono locali oppure aree scoperte”.

Rispetto a Tarsu e Tia, l’importo della Tares sarà maggiorato.

Google Italia deve pagare 96 milioni di euro di tasse

 Google è nel mirino del fisco. Da un lato la Germania che propone una legge per il pagamento dei diritti d’autore per tutti i contenuti messi in rete dai motori di ricerca (tra i quali compare anche Google, ovviamente) in difesa del diritto d’autore e della stampa cartacea, dall’altra il ministero dell’Economia e delle Finanze  che, rispondendo all‘interrogazione presentata da Stefano Graziano, deputato del Pd, risponde:

Nel quinquennio 2002-2006 Google non ha dichiarato reddito imponibile per oltre 240 milioni di euro, che sono pari a 96 milioni di euro di iva da versare al Fisco italiano.

L’obiettivo dell’interrogazione parlamentare era quello di capire quali fossero le decisioni e le misure che il governo italiano ha intenzione di prendere contro tutte le grandi aziende internazionali che sfruttano le lacune delle leggi tributarie dei vari paesi per non versare quanto dovuto in base alla loro capacità contributiva.

Il problema fiscale, infatti, non riguarda solo Google, ma tutte le aziende e i gruppi che operano nel settore dell’hi-tech che

sfruttando ingegnerie finanziarie offerte da evidenti lacune nella normativa nazionale e internazionale, riescono a non pagare le tasse nel nostro paese. Per contrastare efficacemente fenomeni di pianificazione fiscale aggressiva aventi scala transnazionale, sta procedendo, in base a un primo screening delle risultanze dell’attività di tutoraggio dei grandi contribuenti, a una selezione di posizioni che possano dar luogo a una mirata attività di controllo fiscale nei confronti dei gruppi multinazionali attivi nel settore dell’elettronica e dell’e-commerce e le cui strategie fiscali sono oggetto di attenzione da parte dell’opinione pubblica italiana e internazionale

Da parte sua Google, nelle cui sedi si stano facendo ulteriori ispezioni,

rispetta le leggi fiscali in tutti i Paesi in cui opera e siamo fiduciosi di rispettare anche la legge italiana. Continueremo a collaborare con le autorità locali per rispondere alle loro domande relative a Google Italy e ai nostri servizi.

Cameron provoca: conviene detassare i ricchi

 Il governo Cameron lancia una forte provocazione: abbassiamo le tasse ai ricchi. Esattamente l’opposto di quanto detto ieri da Warren Buffet, uno degli uomini più ricchi del mondo, secondo il quale, invece, i ricchi dovrebbero pagare molte più tasse se si vuole arrivare ad una vera ristrutturazione dell’economia.

L’editoriale di Buffet, nel quale il miliardario rilancia il suo appoggio alla politica di Obama, ha fatto il giro del mondo, così come anche la provocazione del governo Cameron, che però, per raggiungere lo stesso scopo, passa per la strada opposta. Infatti, stando a quanto dichiarato dal ministro del Tesoro inglese George Osborne, l’aumento delle tasse voluto da Gordon Brown (aumento dell’aliquota fiscale dal 40 al 50%) ha fatto scappare i ricchi dalla Gran Bretagna con una conseguente perdita per l’erario di 7 miliardi di sterline. La soluzione è quella di riportare l’aliquota al valore iniziale, passando dall’attuale 50 al 45% per poi tornare di nuovo al 40% quando l’economia si sarà ristabilita.Una tesi che Cameron, conservatore, condivide anche con l’ex premier laburista Blair. Entrambi concordano sul fatto che il paese non ha che da guadagnare dagli incentivi per i ricchi. Detassare i grandi patrimoni vuol dire che saranno in molti a riportarli sul territorio inglese, quindi, le tasse più basse saranno compensate da un maggior numero di contribuenti.Ma non solo l’erario beneficerà di questo. Sarà tutta l’Inghilterra a beneficiarne, perché i miliardari che torneranno in patria, con le loro attività e i loro capitali, creeranno un indotto da miliardi di sterline.

Usa, ricerca shock: il Tax day causa incidenti stradali

 Strano da leggere, ma vero. Pagare troppe tasse è un rischio per la propria salute. A dirlo è una ricerca autorevole che dura da trent’anni. A pubblicarla è il Dottor Donald A. Redelmeier sulle colonne del Giornale Americano dell’Associazione dei medici. Due garanzie sulla veridicità delle fonti.

Il dottor Redelmeier non è nuovo a scoperte del genere. Anni fa ha individuato un aumento dell’incidentalità stradale dopo le telecronache dei matches di Super Bowl. Oggi afferma:

“Nel giorno del pagamento delle tasse si registrerebbero sulle strade statunitensi 13 vittime in più rispetto a un qualsiasi giorno dell’anno. Tutto ciò su di un campione di 20mila casi mortali estrapolati nel trentennio preso in esame (1980-2009).”.

L’incolumità fisica dei contribuenti americani è dunque a rischio. I più soggetti al pericolo sono maschi sulla mezza età. Pedoni e donne, però, non possono comunque dormire sonni tranquilli alla luce di quest’analisi. Il giorno in cui si pagano le tasse è critico per coloro che guidano.  I conducenti avvertono la tensione e si distraggono con troppa facilità.

E in Italia? Solitamente il 740 si presenta intorno alla fine di aprile. Il consiglio, pertanto, è quello di lasciare a casa l’automobile e prendere i mezzi pubblici.

Tributi erariali: +3,8%

 E’ il Dipartimento delle Finanze del ministero dell’Economia ad annunciare l’aumento delle entrate erariali del periodo gennaio-settembre del 2012, rispetto alle cifre che sono state registrate lo scorso anno, con una percentuale del 3,8%.

In pratica, le entrate da tributi sono passate da 281.899 milioni di euro a 292.526 milioni.

Ad aumentare le imposte dirette (+6.359 milioni di euro), le ritenute dei lavoratori dipendenti pubblici (+0,6%) e dei dipendenti privati (+1,4). Il gettito IRES rimane sostanzialmente invariato (-0,3%).

Anche per le imposte indirette si rileva un sostanziale aumento (+4.268 milioni di euro), a parte per il gettito derivante dall’IVA per il quale si registra una lieve flessione, dovuta in modo particolare al calo delle importazioni e degli scambi nazionali.

Aumentata anche l’imposta di bollo, che registra un incremento record rispetto allo stesso periodo del 2011: un più 136,9%, che si deve alle imposte di bollo introdotte per conti correnti, strumenti di pagamento, titoli e prodotti finanziari a partire dalla seconda metà del 2011 e, soprattutto, all’anticipo dell’acconto sull’imposta, che si è sentito particolarmente sulle attività finanziarie scudate.

A fronte di questi aumenti, va registrata la flessione del gettito sul gas metano (-21,8%), dovuto al calcolo del conguaglio dell’anno precedente, riequilibrato, però, dall’aumento del gettito dell’imposta di fabbricazione sugli oli minerali (+23,5%) e sulle accise, aumenti decisi soprattutto per far fronte all’emergenza terremoto in Emilia Romagna.

Le prossime scadenze fiscali

 Lo scandenziario fiscale di novembre è nutrito di appuntamenti per ogni genere di contribuente. Per i professionisti occorre memorizzare il 16 e il 30 novembre, giorni in cui si pagano rispettivamente la quota Iva trimestrale e l’acconto dei contributi previdenziali.

Come abbiamo detto in apertura, però, novembre è un mese ricco di appuntamenti con l’Erario per tanti contribuenti. Vediamo insieme le scadenze più prossime.

Il 9 novembre: banche ed istituti di credito autorizzati ad emettere assegni circolari devono versare l’imposta di bollo relativa agli assegni circolari in circolazione alla fine del terzo trimestre del 2012. Il versamento va fatto tramite un modello F23 disponibile presso banche, concessionari e agenzie postali. Il codice tributo è il 456T che identifica l’imposta di bollo, o anche la tassa sui contratti di borsa.

Il 10 novembre: i CAF e i professionisti abilitati devono consegnare a dipendenti e pensionati il modello 730 integrativo e il prospetto di liquidazione del modello 730/3 integrativo. Non c’è un codice tributo perché il servizio rientra nelle dichiarazioni Irpef.

Il 12 novembre: sono chiamati in causa ancora una volta i CAF e gli intermediari abilitati. La data indicata è il termine ultimo per la trasmissione telematica all’Agenzia delle Entrate dei dati che sono stati inseriti nelle dichiarazioni integrative 730/2012 con i relativi modelli.