Ce ne รจ per tutti. Dal Parmesan all’Asiago, dal finto aceto balsamico di Modena ai wine kit: sono solo alcuni dei piรน noti “tarocchi” distribuitiย all’estero che imitano le eccellenze agroalimentari del made in Italy.
ร il fenomeno dell’Italian sounding – prodotti che vengono spacciati per italiani ma che non lo sono affatto – un mercato che nel mondo vale oltre 60 miliardi di euro, ossia esattamente il doppio delle esportazioni dei prodotti originali. E allora ecco che i marchi di qualitร “Dop” e “Igp” vengono in soccorso come mezzo di contrasto contro il fenomeno della contraffazione fuori dai nostri confini. Ma se restiamo in Italia non รจ tutto oro quel che luccica. E, in alcuni casi (come vedremo fra poco), i disciplinari imposti dai marchi di qualitร sono talmente rigidi da mettere alle corde le piccole aziende tradizionali, quelle che producono la vera ‘eccellenza’, a vantaggio delle grandi industrie.
Resta il fatto che l’Italia, con 271 fra Dop e Igp per il settore cibo e 523 per il vino, per un valore della produzione di 13,5 miliardi di euro, รจ il Paese leader in Europa nel settore delle indicazioni geografiche: vantiamo un “paniere alimentare” tutelato che copre circa il 25% del totale dei riconoscimenti ottenuti dall’Ue.
Di Dop e Igp si รจ parlato questa mattina a Expo, nel corso degli Stati generali dei marchi di qualitร . Il ministro delle Politiche Agrigole Maurizio Martina ha illustrato le cinque azioni del Mipaaf per la tutela e la promozione dei prodotti Dop e Igp sul fronte nazionale e internazionale. Per prima cosa il rilancio dei consumi sul mercato italiano con un accordo siglato con la grande distribuzione durante l’evento; poi il rafforzamento del contrasto alla contraffazione anche sul web; un focus sulle indicazioni geografiche nel piano del governo per il sostegno all’export Made in Italy; la difesa del sistema delle denominazioni a livello internazionale; infine un testo unico per le Dop per semplificare le norme a favore di imprese e consorzi di tutela.