Aumentano le sanzioni per il lavoro nero

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 Il governo Letta, prima di cedere alle pressioni del PD, ha dato vita al Decreto Destinazione Italia, un decreto che riguarda molti temi dell’economia del paese, primo tra il lavoro. Nello specifico parliamo di lavoro nero e delle nuove sanzioni, riviste al rialzo, per le aziende che vengono colte sul fatto.

Con questo decreto, quindi, si mira a rendere meno appetibile per le imprese il non regolarizzare i nuovi rapporti di lavoro e sono stati apportati dei sostanziali cambiamenti che riguardano l’orario di lavoro, il mancato riposo settimanale e i lavoratori assunti senza contratto.

Orario di lavoro

I contratti prevedono diverse durate dell’orario di lavoro, se questi limiti non vengono rispettati dal datore di lavoro, questi incorre in una sanzione amministrativa che può andare dai 200 ai 1.500 euro.

Se la violazione riguarda più di cinque lavoratori e si è verificata in tre periodi diversi o se riguarda più di dieci lavoratori in dieci periodi diversi, la multa per il datore di lavoro aumenta: si va, rispettivamente, dagli 800 ai 3.000 euro e dai 2.000 a 10.000 euro.

Riposo settimanale

La legge prevede che il lavoratore debba riposare almeno 11 ore consecutive ogni 24 ore. Se questa norma non viene rispettata, al datore di lavoro può essere comminata una multa dai 100 ai 300 euro.

Anche in questo caso sono previsti aumenti delle sanzioni se la violazione viene compiuta su più di cinque lavoratori e in almeno tre periodi di 24 ore (da 600 a 2.000 euro), e se viene compiuta su più di dieci lavoratori e più di cinque periodi di 24 ore (da 1.800 a 3.000 euro).

Lavoro nero

I datori di lavoro che non comunicano alle amministrazioni competenti l’inizio di un nuovo rapporto di lavoro sono passibili di una sanzione amministrativa che va dai 1.950 e 15.600 euro per ogni lavoratore irregolare, il 30% in più da quanto previsto nella precedente normativa.

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