Bce: Draghi aspetta le nuove stime sull’inflazione prima di parlare di ripresa

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 Nei giorni scorsi il Presidente della Banca Centrale europea Mario Draghi si è soffermato sul tema della politica monetaria. Draghi ha dichiarato che prima di prendere la decisione sui tassi di interesse (tagliarli o non tagliarli?) il Consiglio aveva bisogno di raccogliere ulteriori informazioni.

Uno dei dati che occorre seguire maggiormente è proprio quello della crescita dell’Eurozona. Pubblicato nella giornata di ieri il dato relativo al quarto trimestre 2013, è possibile dire qualcosa in più: si registra una crescita dello 0,3%, in linea con lo scenario che la stessa Bce aveva delineato da molto tempo.

Draghi ha parlato infatti spesso di una ripresa lenta e graduale, anche se fragile. Ma l’Eurotower rimane cauta. Francia, Spagna e (seppur in maniera striminzita) Italia hanno messo il segno ‘+’ accanto alla voce Pil. Ma il quadro non sarà completo finché non si potrà avere una panoramica sulle nuove stime riguardanti l’inflazione di febbraio.

I primi dati saranno disponibili la prossima settimana. Quasi sicuramente l’inflazione rimarrà sotto l’1%, dopo lo 0,7% di gennaio. Non è un caso che la Bce da mesi parli di inflazione bassa.

A completare il quadro, il Consiglio del 5-6 marzo avrà a disposizione le previsioni dello staff della stessa Bce che includeranno per la prima volta le stime sull’inflazione del 2006.

A questo punto è palese che nessuna decisione è stata ancora presa. Il dato del 2016 potrebbe essere rilevante, dal momento che se mostrasse un’inflazione ancora bassa ma in risalita del 2%, la Bce potrebbe avere una buona giustificazione per rimanere ferma sulla sua prospettiva a medio termine.

Sarà proprio l’evoluzione dell’inflazione a fornire l’input decisivo sul taglio dei tassi di interesse a breve.

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