L’economia europea migliora ma quella italiana resta ferma

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 Si, è vero. Il Prodotto interno lordo ha fatto registrare una piccolissima risalita pari a uno striminzito 1 x 1000. Non accadeva da nove trimestri. Ma l’Italia continua a soffrire, in un’Europa che invece sta rialzando la testa in tutto il fronte meridionale, e le ragioni per affermarlo sono molteplici. In primo luogo durante l’ultimo trimestre dello scorso anno non vi è una progressione verso l’alto. Difficile aspettarsi qualcosa di buono dal primo trimestre del 2014.

Secondariamente il gap tra la performance italiana e la performance degli altri Paesi continua ad allargarsi. In terzo luogo i fattori congiunturali e strutturali che determinano l’andamento dell’economia parlano chiaro: non ci sono segni di miglioramento delle dinamiche e delle strutture dietro l’1 x mille.

Mentre siamo in attesa dell’insediamento del nuovo Governo (guidato da Matteo Renzi), a crescere sono solo le incognite e le possibilità. Il Pil continuerà a viaggiare con il segno ‘+’? Per capirlo occorre pensare a quelle che sono le fatiche della nostra economia.

Da almeno quindici anni l’Italia vive in affanno. Negli ultimi anni il ‘paziente’ è peggiorato. Il crollo dell’economia negli ultimi sei anni è difficile da spiegare. In primo luogo si potrebbe parlare di austerità, ma il rischio è di spostare il problema.

La vera motivazione sembra essere un’altra: quando un’economia crolla, per rimettersi in piedi occorre l’apporto del comparto pubblico. Conta l’efficienza della Pubblica amministrazione, la celerità nel rimettere in gioco progetti e stimoli.

L’Italia invece sembra essere vittima della sua stessa burocrazia, fatta di dinieghi e ritardi. Ecco perché, l’economia del Belpaese è in ginocchio mentre quasi tutte le altre sono prossime a rimettersi in piedi e tornare a correre.

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