I beni dei defunti non devono essere confusi

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 In materia di successione e di diritti degli eredi  legittimi o nominati in un testamento, la giurisprudenza italiana è molto complessa quindi sono provvidenziali alcuni chiarimenti enunciati dalla Corte di Cassazione. L’ultimo in ordine cronologico, invita gli eredi a non fare confusione tra i beni che fanno parte del patrimonio del defunto e i beni che possono “entrare” nel testamento in un secondo momento. 

 Le origini dell’imposta di successione

La sentenza nasce a seguito di una notifica dell’ufficio tributario di una sanzione per una dichiarazione di successione presentata oltre i termini. Il contribuente ha specificato che il ritardo era dovuto al fatto che ci sono dei beni che sono entrati a far parte dell’asse della successione in seguito al decesso.

La Cassazione, per dirimere la questione, ha pensato bene di ribadire il concetto di “sopravvivenza ereditaria” nella sentenza numero 409 del 10 gennaio 2013.

 Lo status di erede anche dall’atteggiamento concludente

Il riferimento è il Testo unico imposta di successione e donazione che spiega che la dichiarazione di successione deve essere presentata sempre entro i 12 mesi dall’apertura della successione. Se ci sono delle entità patrimoniali che al momento dell’apertura della successione non sono conosciute e si scoprono tardivamente, queste vanno inserite in una dichiarazione integrativa successiva, ma la dichiarazione unica va intesa in scadenza entro un anno.

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