Benzina: più pressione fiscale con l’aumento delle accise

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 Da questo sabato scatteranno significativi aumenti delle accise sul carburante. Assopetroli Assoenergia sostiene che da sabato prossimo e fino al 31 dicembre 2018 i cittadini italiani, al netto delle addizionali regionali, subiranno una pressione fiscale mediante l’incremento delle accise sui carburanti per autotrazione di ben 1,18 miliardi di euro, ai quali dovranno essere sommati altri 260,26 milioni di euro di Iva (calcolata sulle accise) per un valore totale di circa 1,44 miliardi di euro. 

Si tratta infatti di numerose misure varate con un aumento dell’accisa già decisa, come quella che parte dal primo marzo per finanziare il decreto ‘Fare’, o inserito come clausola di salvaguardia nel caso le coperture previste non dovessero restare a disposizione, come per la cancellazione della seconda rata Imu del 2013, legata agli incassi dalla sanatoria sui videopoker e al maggior gettito Iva per il pagamento dei debiti pregressi delle P.a.

Non si è fatta attendere a riguardo la protesta del Codacons:

Si tratta di una misura di politica economica vecchia come il cucco, che ci aspettiamo sia annullata dal Governo Renzi. E’ ora di finirla di considerare gli automobilisti come polli da spennare e cominciare a tassare nel rispetto del criterio della capacità contributiva. Insomma, più hai più paghi, non più viaggi più paghi, visto che ormai non si viaggia più per piacere ma per lavoro. Peraltro il gettito previsto per questa misura è talmente basso che certo non ne risentiranno le casse dello Stato.

Nel contempo, secondo l’Associazione dei Consumatori, sarebbe una bella novità se il nuovo Governo attuasse finalmente un provvedimento promesso da oltre 10 anni, un meccanismo che sterilizzi l’aumento dei prezzi dei carburanti evitando che la doppia tassazione accise + Iva si declini in una batosta enorme a fronte di aumenti del petrolio.

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