Borsa, all’asta da maggio i pantaloni di Obama

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Cover 50, azienda produttrice di pantaloni che tra l’altro sono indossati anche dal presidente degli Stati Uniti Barack Obama, si prepara ad approdare sul segmento di Piazza Affari Aim.

Questo comparto è dedicato alle piccole e medie imprese. L’approdo dovrebbe avvenire durante la seconda metà di maggio e comunque entro il mese successivo. Lo scopo di Cover 50 è quello di collocare sul mercato il 27-28% del capitale della società che opera con il marchio Pt – Pantaloni Torino e al momento è controllata per intero dalla famiglia Fassino.

Le azioni offerte, valutate in totale una ventina di milioni di euro, deriveranno per il 40% circa da un aumento di capitale e per il restante 60% dalla vendita dei Fassino. I costi dello sbarco in Borsa saranno sostenti pro-quota dalla società e dalla famiglia fondatrice. “La quotazione ci darà visibilità – ha spiegato l’amministratore delegato Edoardo Fassino – in più con i proventi dell’operazione investiremo per la nostra crescita all’estero e soprattutto negli Stati Uniti; inoltre spenderemo in pubblicità e comunicazione”.

Il gruppo, fondato nel 1968, ha chiuso l’esercizio 2014 con circa 300mila capi venduti, registrando un fatturato di quasi 24 milioni, con un margine del 18% a livello di utile netto. Cover 50 realizza circa il 60% dei propri ricavi all’estero. Il Giappone, in particolare, è il primo mercato stranieri per fatturato. “Dal 2009 abbiamo registrato un tasso medio di crescita attorno al 18%, vedendo salire il giro d’affari dai 10 milioni del 2009 ai 24 milioni dell’anno scorso – ha spiegato l’ad Fassino – In più vantiamo una posizione finanziaria netta positiva. Non avendo debiti, lavoriamo con capitali nostri”.

La nota continua così:

Siamo un’azienda specializzata e vogliamo continuare a esserlo. Continueremo a focalizzarci solamente sui pantaloni. In futuro l’azienda torinese punta a conquistare il mercato statunitense che fino a oggi abbiamo tralasciato visto i forti investimenti che necessita. Stiamo comunque già studiando strategie ad hoc e pensiamo di aumentare l’organico proprio per sostenere la crescita oltreoceano.

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