Cosa cambia per il pubblico impiego con la riforma della PA

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 Renzi ha annunciato la discussione della riforma della pubblica amministrazione nel Consiglio dei Ministri. Ha poi postato ‘Sulle riforme ci siamo, 80 euro ok, l’Irap va giù, pronti i soldi sulle scuole’. In arrivo quindi le novità previste dalla riforma della P.A.

Il presidente del Consiglio Matteo Renzi e il ministro Madia hanno lavorato alla riforma della dirigenza pubblica, con l’eliminazione della distinzione in fasce (prima e seconda) per la formazione di un ruolo unico; e anche novità per i dirigenti che saranno a termine e dovranno ruotare. Non ci sarà più la figura del Capo dipartimento. Altra novità sarà per le retribuzioni dei dirigenti, la cui parte variabile sarà ridotta e i premi saranno corrisposti solo dopo valutazione e risultati conseguiti, in base anche all’andamento economico del Paese.

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Il passaggio obbligatorio è poi al capitolo degli esuberi che, stando al commissario della spending review Cottarelli, sarebbero 85 mila, gli stessi per cui il ministro Madia ha proposto prepensionamenti per assicurare degli scivoli ai lavoratori più anziani e favorire l’ingresso dei più giovani. Il turn over dovrebbe prevedere l’assunzione di un giovane ogni cinque lavoratori prepensionati. Se il piano passasse bisognerebbe però sistemare la questione anche per i privati.

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Rientra, come annunciato, nella riforma anche la mobilità obbligatoria, l’esonero dal servizio, e il capitolo sulla semplificazione amministrativa, che dovrebbe prevedere l’arrivo di un Pin unico per accedere a tutti i servizi della Pa. Tante, pertanto, le novità, ma bisognerà aspettare l’approvazione sia del decreto che del disegno di legge delega.

 

 

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