Cambiano i codici tributo per le attività all’estero

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 Ogni anno i contribuenti italiani devono rendere conto non solo dei redditi percepiti nel nostro paese, delle rendite finanziarie legate ad alcuni particolari investimenti, ma anche delle attività e degli immobili detenuti all’estero.

Per questi particolari redditi esistono dei codici tributo particolari che consentono di identificare nell’ambito di un pagamento, le quote versate dal contribuente. Le imposte sul valore degli immobili all’estero e le imposte sul valore delle attività finanziarie che si detengono all’estero sono state definite a partire dal decreto Salva Italia e hanno trovato applicazione un anno dopo il documento.

Cosa dobbiamo sapere sull’IVIE

La partenza a scoppio ritardato delle ormai note IVIE e IVAFE ha fatto sì che anche le imposte versate per il 2011 fossero considerate come acconto delle imposte dovute per il 2012. A mettere ordine in tutte queste disposizioni ci ha pensato la risoluzione 27/E dell’Agenzia delle Entrate con ci sono stati indicati tutti i codici tributo specifici.

Oltre a “4041”, “4042” e “4043” sono stati introdotti altri codici funzionali al versamento degli acconti. I primi tre codici indicati, infatti, si riferiscono alle operazioni di saldo.

Una mini guida all’IVAFE

Invece occorre aggiungere il codice “4044” per l’acconto prima rata, il codice “4045” per l’acconto seconda rata o per l’acconto in unica soluzione, il “4046” per l’acconto, il “4047” per l’acconto prima rata e il “4048” per l’acconto seconda rata o per l’acconto in unica soluzione. I primi tre sono riferiti agli immobili, gli altri alle attività finanziarie.

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